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Visualizzazione dei post da febbraio, 2007

Una vita da palcoscenico

Qualche giorno fa ho fatto un piccolo accenno ad alcuni artisti che mi piacciono molto. Ovviamente non sono i soli: come qualunque altra persona sulla Terra ho le mie preferenze un po’ per tutte le arti, dalla musica al cinema, dalla letteratura ai fumetti, dalla pittura alla danza e così via. Altrettanto normalmente pago – direttamente o per mano di chi mi fa un regalo - per fruire dell’opera di questi artisti, e anche se certe volte come tutti mi lamento per alcuni prezzi un po’ più alti di quanto vorrei, ritengo questi pagamenti un privilegio e un investimento. Il privilegio consiste nel fatto stesso di potermi così godere il loro lavoro. L’investimento sta invece nel fatto che se queste persone vengono pagate avranno la possibilità di dedicarsi ancora alla loro arte anziché dovere andare a lavorare in un call center, e prima o poi produrranno nuove opere da cui io possa trarre nuovo piacere. Mi sembra un ragionamento molto semplice. Poi, come quasi tutti, oltre alle opere anche io

Sono stata cattiva... (atto finale)

Eravamo rimasti con Temistocle, l’incrocio fra l’Omino di Burro di Pinocchio e Romano Prodi, legato a gambe spalancate sulla mia poltrona ginecologica – nudo e tondo come un maialino. In caso ve lo stiate chiedendo… no, non era minidotato. Almeno in quello la sorte l’aveva risparmiato, ma poco importa. Poco importa perché lui fa una risatina isterica (succede, se ci si trova in una situazione simile) e a me scatta qualcosa in testa, la sensazione di avere già sentito quel risolino. Avevo già in mente di lasciarlo un po’ da solo a sperimentare la sensazione di essere abbandonato in una posizione tanto vulnerabile, ma a quel punto ho preferito prendermi un minuto di pausa in più. Sposto quindi il carrello con tutti gli strumenti chirurgici dove lo possa ben vedere, e me ne torno in ufficio. A questo punto dovete sapere che le stanze sono comunicanti e che per abitudine dettata dal mio amore per la sicurezza anche questa volta ho lasciato la porta aperta. Non ci potevamo vedere, ma sentir

Sono stata cattiva... (atto primo)

Sono stata cattiva. Strano, perché non mi capita quasi mai: non perché abbia un carattere da santa, ma solo perché non ne ho bisogno. Comportarsi male, cedere alla rabbia o alla cattiveria “cattiva” (non la crudeltà divertita e piacevole dei giochi BDSM) è uno sfogo al quale si abbandonano le persone represse, in conflitto coi propri sentimenti. Io per fortuna non sono costretta a reprimere proprio niente, ed è il modo migliore per essere sempre decisamente serena. Però che ci volete fare… nessuno è perfetto, e visto che un blog è anche un po’ un diario e un po’ una confessione, mi sembra il caso di raccontare anche questo episodio. Tutto è cominciato con una normale telefonata di una persona che diceva di volermi conoscere per giocare insieme e provare un gioco di sottomissione. Niente di strano, anche se il suo tono era talmente agitato da lasciarmi un po’ stupita. Per non parlare dei contorcimenti mentali per cui si era presentato con un nome improbabile, peggio di quelli delle barz

Il massaggiapiedi

Uff, che scocciatura il fatto di dovere inventare soprannomi per tutte le persone di cui parlo in questo blog! Per quella di oggi verrebbe naturale usare “zerbino” o “pezza da piedi”… ma so che a modo suo ne sarebbe troppo orgoglioso, e l’orgoglio non gli si addice. Apro allora a caso il libro dei nomi e… ecco qui: Nicola. Bah… Nicola si è meritato di comparire qui grazie all’ottimo lavoro che ha fatto domenica sera, quando sono tornata alla base affaticata non tanto dalla fiera, quanto dalla mattinata di training che l’aveva preceduta. Già, perché nello stesso giorno cadeva proprio l’aumento di livello dei miei allenamenti (avere un corpo perfetto richiede un bel po’ di lavoro…) e il peso dell’attività si era fatto sentire tutto. È evidente che il miglior modo per rilassarsi e sciogliere la tensione nei muscoli è farsi fare un bel massaggio… e se si ha l’abitudine di usare solo calzature con il tacco alto come le mie è bene che il massaggio cominci dai piedi. È per questo che, già dal

Come vivere nel lusso

Se c’è una cosa che mi piace del mio stile di vita è come non ci sia mai una giornata uguale all’altra. Parte del merito è della fantasia che cerco di porre sempre in tutto ciò che faccio, ma devo riconoscere che a volte le sorprese arrivano anche dai miei schiavi. Uno di loro è per esempio riuscito a convincermi a visitare insieme Luxury & Yachts , la Fiera del Lusso di Verona, questa domenica. Immagino già le espressioni perplesse di alcuni di voi: ma che potrà mai farci Madame fuori dal suo studio? A una fiera, poi? A camminare tutto il giorno fra uno stand e l’altro? Se è questo che state pensando… mi dispiace per voi. È segno che avete proprio poca immaginazione, e le vostre vite devono apparirvi davvero molto tristi… Miei cari, dovete sapere che ci sono tantissimi modi per rendere interessante, sensuale ed eccitante qualsiasi esperienza, fiera compresa. Alcuni li abbiamo già concordati col mio accompagnatore, ma altri saranno delle sorprese dell’ultimo momento – e altri ancor

La paura più grande

Lui, chiamiamolo Mario, è un ufficiale e uno dei miei fedelissimi. Ci conosciamo da qualche anno: il lavoro che fa lo porta spesso lontano dall’Italia e può accadere che non ci si veda per molti mesi, ma nonostante questo non manca mai di restare in (discreto!) contatto, anche solo per farmi sapere di star bene quando le notizie sui giornali potrebbero farmi preoccupare. Ogni volta che ne ha la possibilità, poi, viene a trovarmi per giocare insieme. Non ha affatto l’animo dello schiavo: anche se quando siamo nel mio studio è sempre molto rispettoso dei nostri rispettivi ruoli, per lui servirmi e prostrarsi ai miei piedi è un gioco che si esaurisce nel preciso istante in cui termina la sessione. È un tipo orgoglioso, energico, molto positivo e… sembrerà sciocco dirlo, ma… molto maschio. Il suo modo di vivere la dominazione è di tipo molto fisico, sperimentale. Quel che gli piace è scoprire e assaporare tutte le sensazioni che il corpo può vivere, senza fare troppe distinzioni fra piacer