Clinical
Sono tornata da poco da un ospedale, dove sono andata a trovare una cara amica vittima di un incidente non troppo grave ma non di meno spiacevole. Come sapete ho un passato da infermiera e pertanto sono abituata alle atmosfere di certi ambienti, ma la visita mi ha portata ad alcune considerazioni che potreste trovare interessanti.
La prima è la risposta a una battuta che fanno sempre un po’ tutti, compresa la mia amica (che sarà dimessa entro un paio di giorni, tanto per la cronaca): sì, in effetti le infermiere e i medici sono un po’ sadici. In parte lo sono per ragioni professionali, visto che purtroppo a volte per applicare determinate cure non si può fare a meno di provocare “qualche disagio” (traduzione: fare un male cane) al paziente. Per esperienza posso però dire anche che fra il personale medico c’è abbondanza di amanti del BDSM.
Non spaventatevi: non è che si divertano a infierire sui pazienti. Tuttavia l’inevitabile abitudine a stare a contatto con sofferenze vere porta a considerare molto meno drammatici i piccoli dolori di certe pratiche erotiche; Inoltre non si può negare che il semplice fatto di sapere di avere fra le proprie mani la vita dei degenti dà ogni tanto un certo senso di eccitazione per il potere di cui si è conferiti… e da cosa nasce cosa.
Fidatevi di me: se doveste avere a che fare con personale medico, almeno uno su tre vede certe pratiche con un bel po’ di divertimento. Se negano è solo per ipocrisia, o più probabilmente per tenervi tranquilli. Chissà, magari dopo questa rivelazione potreste vedere in maniera più piacevole un’eventuale ricovero…
Parlando di questa cosa non si può fare a meno di farsi venire in mente anche il cosiddetto clinical, cioè tutte quelle pratiche erotiche che si ispirano al mondo della medicina e ai suoi rituali. Io personalmente trovo questo tipo di giochi particolarmente affascinanti, ma come dicevamo prima potrebbe trattarsi di una specie di strascico del mio passato. Altri però non vedono allo stesso modo questo modo di “giocare al dottore”.
Naturalmente posso capirli: proprio come un medico è abituato a sdrammatizzare certe situazioni, chi per sua fortuna non ne ha una vera esperienza pratica tende a essere piuttosto spaventato da strumenti chirurgici, camici e mascherine – anche quando li si usa solo per divertimento. Ma a volte è proprio lì che sta il bello.
Come accade sempre quando si ha a che fare con l’erotismo, anche per il clinical ci sono molti modi di giocare. C’è chi è pienamente soddisfatto dal farsi un po’ maltrattare da un’infermiera dal carattere molto deciso e chi invece ama l’ebbrezza di farsi veramente praticare piccole procedure mediche, che possono raggiungere anche livelli di intensità decisamente intensi.
In questi casi è importante come non mai sapersi capire bene e soprattutto mettersi nelle mani di qualcuno che sappia cosa sta facendo. Mi è capitato per esempio di ritrovarmi nell’ambulatorio del mio studio con qualcuno che m’aveva chiesto insistentemente di provare il cateterismo (cioè l’inserimento di un tubicino nella vescica, passando ovviamente per l’uretra) e, dopo che gli avevo chiesto più volte se sapeva bene di cosa si trattasse, vederlo sobbalzare terrorizzato dicendo “ehi, ma me lo vuole infilare DAVVERO?”
Anche quando però le idee sono ben chiare è consigliabile andare con i piedi di piombo. Quando si lavora con il corpo umano ogni dettaglio è importante per la sicurezza. Anche in una pratica semplice come un clistere, per esempio, è indispensabile utilizzare strumenti sterili, inseriti correttamente e usare liquidi adatti, nella giusta quantità e temperatura. Tutto sommato, basta che la cannula venga inserita malamente (anche se, lo ammetto, non è una cosa facile) per provocare una lesione anche seria. Figuriamoci quindi cosa può capitare con pratiche anche più impegnative, come per esempio la sutura!
Ciò nonostante il fascino del clinical è proprio questo. Qualsiasi altro tipo di gioco fisico, anche il più intenso, si limita in ogni caso a coinvolgere solo l’esterno del corpo umano. Quando invece si passa alle pratiche mediche è l’interno (magari anche solo un millimetro sotto la pelle, ma non di meno interno) che si va a stimolare, e anche il più piccolo movimento risulta enormemente più sensibile.
Posso garantirvi che non c’è niente che possa fare sentire totalmente alla mercé della Dominatrice come lasciarle il controllo delle proprie funzioni fisiologiche e di parti così intime che probabilmente nemmeno voi avete mai pensato di toccare. A volte può essere solo un gioco di ruoli, ma se si sceglie di fare sul serio l’esperienza è davvero travolgente per entrambi.
Un aspetto che mi affascina molto è anche che, dopo avere provato questo tipo di giochi, di solito passa anche molto la paura di medici e ospedali. Almeno un paio di miei amici mi ha chiesto di fare questa esperienza proprio per esorcizzare il timore in vista di un ricovero, e il risultato è stato decisamente positivo.
Ricordatevi solo di una cosa. Prima di entusiasmarvi troppo all’idea di finire in clinica, tenete quel che dicevamo all’inizio. Molte infermiere sono segretamente sadiche: se doveste dimostrarvi un po’ troppo arzilli mentre siete in corsia, rischiate di attirare le loro attenzioni più crudeli.
Io v’ho avvertito. Poi scegliete voi come comportarvi…