Moneyslave, ovvero: “slave attento alle esigenze della sua Padrona”

Ed ecco anche “s” con un suo racconto o meglio dire spaccato della sua esperienza quale “moneyslave personale” come lui ama definirsi.
Io invece senza tanti aggettivi alla moda lo definisco uno “slave attento alle esigenze della sua Padrona” e così, voglio che sia. 

 
Era da quando aveva 20 anni che slave S frequentava lo studio di Madame. Aveva deciso di lasciarsi andare quasi per gioco rendendosi poi conto che lentamente la sua anima aveva ceduto al fascino e alla superiorità di Madame, ormai divenuta la sua Dea.
Pian piano si era reso conto che non era più un gioco, bensì un bisogno naturale, vitale, come l’ossigeno.
Slave S amava follemente i piedi di Madame. Affusolati, sensuali, semplicemente perfetti: sempre smaltati di un rosso fuoco, un rosso che mandava completamente in tilt quello che ormai non era più il suo cervello.
Decise di iniziare come semplice feticista e da li Madame, Dea sapiente, raffinata ed esperta, lo prese per mano per condurlo al Suo volere. Con il tempo slave divenne il suo tappetino, il suo massaggiatore ed infine la sua puttanella. Slave S pensava di non avere nulla di più da esplorare, pensava di essere arrivato, finché un giorno la Dea postò su un suo canale Social l’immagine di uno slave che le donava gratuitamente dei soldi. 

Fu proprio in quel momento che in slave S scattò nella mente qualcosa che lo lanciò definitivamente nell’oblio e nella mani di Dea Ingrid.
Con molto coraggio prese il telefono e chiamò Madame:
S.: “pronto mia Dea sono Slave S. Ho visto il Suo post e ho capito cosa voglio essere per Lei: il Suo Moneyslave”.
I.: “bene mio caro, finalmente hai capito cosa avevo in serbo per te. Ma sappi che non sarà affatto semplice: sono una donna molto pretenziosa, dai gusti raffinati e voglio solo il meglio.”
La conversazione andò avanti per circa mezz’ora, con Madame che esprimeva le sue perplessità e allo stesso tempo stuzzicava lo Slave. Slave S la ascoltava rapito ed in preda all’eccitazione: Madame, da vera domina sapiente, sapeva bene quali corde toccare per far definitivamente capitolare lo Slave.
Ad un cero punto lo schiavo interruppe Madame e disse: “Madame non riesco più a resisterLe. Ascoltandola mi sono ancor più convinto di quello che voglio. Voglio essere un semplice oggetto nelle Sua mani, voglio diventare il Suo bancomat. La prego, mi privi di ogni volontà e mi trasformi in un oggetto privo di dignità. Lei merita di andare dall’estetista ogni settimana, merita di mangiare in ristoranti lussuosi e merita un ragazzo disposto a pagare il Suo lusso e quel ragazzo vorrei essere io.”
Mentre Slave S pronunciava queste parole Madame rideva sadicamente e alla fine disse: “Sicuro di volere questo? Guarda che arriverai a darmi tutto quello che hai e a voler lavorare solo per i miei lussi. Ti lascio una settimana di tempo per riflettere. Se entro una settimana non ti sento, scordati pure di me per sempre.” E li chiuse di colpo la conversazione.
Non furono giorni semplici per Slave S. Era combattuto e soprattutto aveva paura: sapeva bene che quello sarebbe stato un passo per lui definitivo. All’alba del quinto giorno, però, si svegliò di colpo in preda all’eccitazione: aveva sognato ancora una volta di essere il Moneyslave personale di Madame Ingrid.
A mezzogiorno la chiamò e disse: “Mia Dea, mia unica Dea. Ho provato a resisterLe ma non ce l’ho fatta. Stamane mi sono svegliato in preda all’eccitazione in quanto ho sognato di essere il Suo Moneyslave. Ho solo 29 anni ma sono deciso a prendere questa via.
Madame si aspettava tutto questo e rideva sadicamente: “bene mio caro, finalmente hai capito qual è il tuo ruolo. Presentati nel mio studio oggi alle 15: definiremo il tutto”.
Alle 14 lo slave era già nel parcheggio ad aspettare con ansia il grande incontro. Fu un’ora interminabile e finalmente alle 14.55 arrivò il tanto atteso sms: “Vieni.”
Lo slave salì di corsa le scale e una volta che la porta si aprì li si presentò davanti uno spettacolo mai visto: Madame avvolta nella sua pelliccia leopardata che nascondeva una gonna elegante e una camicia bianca inamidata. Ai piedi le scarpe preferite dallo Slave: un paio di sandali leopardati che si aprivano in punta mostrando le unghie smaltate di rosso domino.
Slave S baciò la mano e si lasciò cadere ai Suoi piedi baciando dapprima il destro per passare poi al sinistro.
Madame fu perentoria: “spogliati completamente e vieni di la. Ti aspetto.”
Arrivato nella stanza fetish, lo schiavo si inginocchiò e Madame iniziò a parlare: “da oggi caro S la tua vita cambierà. IO sarò la tua sola priorità, IO sarò la tua unica ragione di vita, IO sarò la sola cosa a cui tu penserai. Dovrai rinunciare a tutto quello che hai se vorrai veramente servirmi, altrimenti quella è la porta. Dovrai annullarti per me.”
Slave S rispose: “si mia Dea e Regina, voglio solo quello. Voglio perdermi per Lei, voglio essere annullato e usato senza ritegno e senza pudore.”
“Bene mio caro S allora inizieremo da oggi: vedi la mia collezione di scarpe? Sai quanto costa un paio di esse più o meno?”
“no mia Dea” rispose S tremante. Madame tuonò: “costano circa 300 euro e da ora in poi ogni mese ne pretendo un paio. Sai che sono una donna che ha tante esigenze: mi piace essere in ordine, bella ed alla moda, per cui ogni settimana andrò a fare la manicure, la pedicure, dalla parrucchiera ed in boutique. Da oggi te ne occuperai tu. Mi accompagnerai e quando verrai a prendermi ti occuperai del conto; inoltre ho già informato sia il centro estetico che la parrucchiera.”
Per Slave S tutto questo era un sogno: gli scendevano le lacrime per la commozione e per ringraziare Madame iniziò a baciarle i piedi con avidità. Non sapeva ancora cosa lo attendeva. Madame da li a poco si sarebbe presa tutto lasciandolo senza nulla e trasformandolo nel Suo personal Moneyslave.

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