Il massaggiapiedi
Uff, che scocciatura il fatto di dovere inventare soprannomi per tutte le persone di cui parlo in questo blog! Per quella di oggi verrebbe naturale usare “zerbino” o “pezza da piedi”… ma so che a modo suo ne sarebbe troppo orgoglioso, e l’orgoglio non gli si addice. Apro allora a caso il libro dei nomi e… ecco qui: Nicola. Bah…
Nicola si è meritato di comparire qui grazie all’ottimo lavoro che ha fatto domenica sera, quando sono tornata alla base affaticata non tanto dalla fiera, quanto dalla mattinata di training che l’aveva preceduta. Già, perché nello stesso giorno cadeva proprio l’aumento di livello dei miei allenamenti (avere un corpo perfetto richiede un bel po’ di lavoro…) e il peso dell’attività si era fatto sentire tutto.
È evidente che il miglior modo per rilassarsi e sciogliere la tensione nei muscoli è farsi fare un bel massaggio… e se si ha l’abitudine di usare solo calzature con il tacco alto come le mie è bene che il massaggio cominci dai piedi. È per questo che, già dal pomeriggio, avevo allertato Nicola – nel corso degli anni ha avuto modo di dimostrarmi di avere un particolare talento per questa pratica, così ogni tanto gli concedo di servirmi come più gli piace, con grande soddisfazione di entrambi.
Per organizzarci in maniera ideale sono serviti diversi anni e alcuni tentativi non perfettamente riusciti, ma ormai abbiamo un nostro metodo. Io lo chiamo, lui conferma la sua disponibilità (sinora è capitato solo una volta che non potesse svolgere il suo compito) e prima dell’ora della convocazione si presenta al mio studio, dove viene fatto entrare da uno dei miei schiavi di fiducia. A questo punto, mentre io sono ancora a seguire i miei interessi, si prepara.
Nicola il massaggiapiedi sa been come muoversi. Si spoglia, allaccia a polsi e caviglie le costrizioni che ho fatto realizzare per lui su misura e indossa il suo cappuccio speciale, anch’esso naturalmente personale. È uno strumento di pelle morbida ma piuttosto stretta, che si chiude sul retro e chiude completamente occhi, orecchie e bocca. Rimangono solo un paio di forellini per il naso.
Poi, alla cieca, il mio oggettino umano raggiunge la sua postazione sotto il trono scolpito con i miei simboli e aggancia le cavigliere, rimanendo sdraiato sulla schiena e bloccato fino a quando non arriverò io a decidere di liberarlo. Le mani invece devono restare relativamente libere, pertanto le polsiere vengono fissate l’una all’altra con una corta catena che passa in un occhiello nascosto sotto il trono – in ogni caso non può certo liberarsi o toccarsi, visto che aveva questo brutto vizio.
Il massaggiapiedi può restare ad aspettarmi per pochi minuti o per lunghe ore. Chiaramente conosco tutti i suoi impegni e non metto mai a repentaglio la sua vita “fuori”… ma non mi dispiace affatto lasciarlo lì ad attendere, avvolto dal suo mondo di pelle, silenzio e coscienza di essere solo uno strumento. Esiste quando e perché lo uso, altrimenti non ha alcun senso.
Quando finalmente arrivo posso rilassarmi completamente, senza il fastidio di dovere apparire splendida a tutti i costi. Entro nella Camera Rossa, mi tolgo le scarpe o gli stivali e mi metto comoda sul mio trono imbottito. Normalmente trovo ad attendermi anche tante lettere di amici con cui già gioco da tempo, oppure che vorrebbero conoscermi di persona; in ogni caso basta schioccare le dita per avere a disposizione uno schiavo-cameriere che mi serva un drink, una tisana o ciò che più desidero in quel momento.
Ma dicevamo dei piedi. Quelli sono la ragione di vita di Nicola, che improvvisamente ne sente il peso sul petto e sul viso, oppure il profumo più o meno delicato attraverso quei forellini nel cappuccio. Non c’è nessun bisogno che gli parli (d’altra parte voi parlate con i vostri oggetti di casa?): sa perfettamente cosa fare.
La sua arte è proprio quella del massaggio. Sa usare le mani in maniera fantastica… e sono sicura che anche la lingua e le labbra non sono da meno, ma per quello ci sono altri adoratori ancora più bravi. Qualche minuto dei suoi tocchi, e tutto lo stress svanisce. Un altro quarto d’ora, e la stanchezza si trasforma in piacere puro. E se non ho particolari impegni, non mi dispiace affatto farlo lavorare ben oltre questa prima fase.
Domenica scorsa per esempio il massaggio è durato quasi due ore di favoloso relax. Altro che lusso da fiera… quelle poverine che passano la vita a smaniare dietro un gioiello o un vestito in più non hanno capito nulla della vita, secondo me.
Quando ne ho avuto abbastanza mi sono semplicemente alzata e sono andata in un’altra stanza, dove un altro oggetto di piacere attendeva per completare il mio massaggio. Nicola è stato sganciato dalla sua posizione, ha atteso qualche minuto, ha riposto la sua parure sullo scaffale apposito, s’è rivestito e se ne è andato. La mattina dopo mi è stato recapitato un suo bigliettino di ringraziamento per avergli regalato ancora una volta emozioni ineguagliabili. L’inchiostro era qua e là macchiato (dalle lacrime di commozione… che tenero!) e in fondo esprimeva il timido desiderio di potere un giorno rivedere il mio viso dal vivo, anziché sul sito.
Credo che per esaudirlo dovrà fare molto meglio di così.
Nicola si è meritato di comparire qui grazie all’ottimo lavoro che ha fatto domenica sera, quando sono tornata alla base affaticata non tanto dalla fiera, quanto dalla mattinata di training che l’aveva preceduta. Già, perché nello stesso giorno cadeva proprio l’aumento di livello dei miei allenamenti (avere un corpo perfetto richiede un bel po’ di lavoro…) e il peso dell’attività si era fatto sentire tutto.
È evidente che il miglior modo per rilassarsi e sciogliere la tensione nei muscoli è farsi fare un bel massaggio… e se si ha l’abitudine di usare solo calzature con il tacco alto come le mie è bene che il massaggio cominci dai piedi. È per questo che, già dal pomeriggio, avevo allertato Nicola – nel corso degli anni ha avuto modo di dimostrarmi di avere un particolare talento per questa pratica, così ogni tanto gli concedo di servirmi come più gli piace, con grande soddisfazione di entrambi.
Per organizzarci in maniera ideale sono serviti diversi anni e alcuni tentativi non perfettamente riusciti, ma ormai abbiamo un nostro metodo. Io lo chiamo, lui conferma la sua disponibilità (sinora è capitato solo una volta che non potesse svolgere il suo compito) e prima dell’ora della convocazione si presenta al mio studio, dove viene fatto entrare da uno dei miei schiavi di fiducia. A questo punto, mentre io sono ancora a seguire i miei interessi, si prepara.
Nicola il massaggiapiedi sa been come muoversi. Si spoglia, allaccia a polsi e caviglie le costrizioni che ho fatto realizzare per lui su misura e indossa il suo cappuccio speciale, anch’esso naturalmente personale. È uno strumento di pelle morbida ma piuttosto stretta, che si chiude sul retro e chiude completamente occhi, orecchie e bocca. Rimangono solo un paio di forellini per il naso.
Poi, alla cieca, il mio oggettino umano raggiunge la sua postazione sotto il trono scolpito con i miei simboli e aggancia le cavigliere, rimanendo sdraiato sulla schiena e bloccato fino a quando non arriverò io a decidere di liberarlo. Le mani invece devono restare relativamente libere, pertanto le polsiere vengono fissate l’una all’altra con una corta catena che passa in un occhiello nascosto sotto il trono – in ogni caso non può certo liberarsi o toccarsi, visto che aveva questo brutto vizio.
Il massaggiapiedi può restare ad aspettarmi per pochi minuti o per lunghe ore. Chiaramente conosco tutti i suoi impegni e non metto mai a repentaglio la sua vita “fuori”… ma non mi dispiace affatto lasciarlo lì ad attendere, avvolto dal suo mondo di pelle, silenzio e coscienza di essere solo uno strumento. Esiste quando e perché lo uso, altrimenti non ha alcun senso.
Quando finalmente arrivo posso rilassarmi completamente, senza il fastidio di dovere apparire splendida a tutti i costi. Entro nella Camera Rossa, mi tolgo le scarpe o gli stivali e mi metto comoda sul mio trono imbottito. Normalmente trovo ad attendermi anche tante lettere di amici con cui già gioco da tempo, oppure che vorrebbero conoscermi di persona; in ogni caso basta schioccare le dita per avere a disposizione uno schiavo-cameriere che mi serva un drink, una tisana o ciò che più desidero in quel momento.
Ma dicevamo dei piedi. Quelli sono la ragione di vita di Nicola, che improvvisamente ne sente il peso sul petto e sul viso, oppure il profumo più o meno delicato attraverso quei forellini nel cappuccio. Non c’è nessun bisogno che gli parli (d’altra parte voi parlate con i vostri oggetti di casa?): sa perfettamente cosa fare.
La sua arte è proprio quella del massaggio. Sa usare le mani in maniera fantastica… e sono sicura che anche la lingua e le labbra non sono da meno, ma per quello ci sono altri adoratori ancora più bravi. Qualche minuto dei suoi tocchi, e tutto lo stress svanisce. Un altro quarto d’ora, e la stanchezza si trasforma in piacere puro. E se non ho particolari impegni, non mi dispiace affatto farlo lavorare ben oltre questa prima fase.
Domenica scorsa per esempio il massaggio è durato quasi due ore di favoloso relax. Altro che lusso da fiera… quelle poverine che passano la vita a smaniare dietro un gioiello o un vestito in più non hanno capito nulla della vita, secondo me.
Quando ne ho avuto abbastanza mi sono semplicemente alzata e sono andata in un’altra stanza, dove un altro oggetto di piacere attendeva per completare il mio massaggio. Nicola è stato sganciato dalla sua posizione, ha atteso qualche minuto, ha riposto la sua parure sullo scaffale apposito, s’è rivestito e se ne è andato. La mattina dopo mi è stato recapitato un suo bigliettino di ringraziamento per avergli regalato ancora una volta emozioni ineguagliabili. L’inchiostro era qua e là macchiato (dalle lacrime di commozione… che tenero!) e in fondo esprimeva il timido desiderio di potere un giorno rivedere il mio viso dal vivo, anziché sul sito.
Credo che per esaudirlo dovrà fare molto meglio di così.