Alla fiera del sesso...

Devo confessare che, quando partecipo a qualche evento pubblico, la presenza della mia guardia del corpo Boy è soprattutto uno di quei piccoli vizi in cui amo indulgere. A parte il fatto che dai brutti incontri so difendermi molto bene anche da sola (e per fortuna è rarissimo che ce ne sia bisogno), c’è qualcosa di semplicemente meraviglioso nell’avere una montagna di muscoli alta più di due metri a propria disposizione: anche se spesso i suoi compiti si limitano a fare da autista e portare qualche valigia, la sensazione è naturalmente ben diversa dall’avere al proprio fianco uno schiavo di misure più comuni.
Ieri invece è stata proprio una di quelle occasioni in cui avere una body guard è stato sinceramente utile. Nonostante mi dicano che l’affluenza al Mi-Sex sia molto diminuita rispetto agli anni scorsi, sono rimasta assediata per ogni istante della mia presenza alla manifestazione. Grazie quindi sia a Boy che a Srgino (non mi sono dimenticata una lettera… si scrive proprio così!) di AiTuoiPiedi, che mi ha ospitata nel suo stand dove ho avuto occasione di ritrovare anche alcuni vecchi amici e amiche.

Naturalmente entrambi sono stati ringraziati anche nel modo che più preferiscono, con giochi di foot fetish che in parte potrete vedere presto anche in Tv, appunto nella trasmissione “AiTuoiPiedi”. Abbiamo approfittato infatti dell’occasione per fare qualche ripresa, un’intervista e conoscere meglio il mondo delle televisioni satellitari… che era però quasi in lutto.
Se avete letto i giornali saprete che proprio pochi giorni prima è stata approvata una legge che proibisce ogni trasmissione “atta ad eccitare”, come dire che quanto prima dovranno sparire dagli schermi tutte le televendite di articoli erotici, le pubblicità di chat line e così via… cioè ciò che permette a tanti canali minori di restare in attivo. Qui potremmo aprire un dibattito sul valore e la qualità della programmazione di tali emittenti, ma resta il fatto che un decreto del genere fa accaponare la pelle. Un conto è infatti evitare di imporre programmi volgari, e un altro decidere arbitrariamente cosa vada censurato e cosa no – anche quando da censurare non c’è proprio niente. E mi trattengo dal chiedermi se tanti programmi dei canali più famosi non siano proprio “atti ad eccitare”, anche se in maniera un po’ meno esplicita.

La visita alla fiera del sesso mi ha portata piuttosto a meditare proprio sul concetto di eccitazione. Per capirsi serve però descrivere l’ambiente: le aziende (produttori di video, agenzie di modelle, negozi) presenti erano davvero poche, mentre c’era abbondanza di stand con ballerine di lapdance, massaggiatrici, spogliarelliste e altre signorine non meglio identificate. Il fulcro della manifestazione era composto poi da un palco su cui si succedevano, una dopo l’altra, queste ragazze accompagnate da musica a volume davvero troppo alto. Un balletto, uno strip, e sotto un’altra per la gioia di parecchi uomini che si schiacciavano sotto il palcoscenico sperando nell’occasione di una palpatina di passaggio, di essere coinvolti o per lo meno di fotografare con il cellulare.
Alcune altre idee potevano essere anche, sulla carta, simpatiche: di fronte allo stand che mi ha ospitata c’era per esempio un finto parcheggio per coppiette in cui ci si poteva “imboscare” in automobili coi vetri tappezzati da giornali. Non è certo il mio genere, ma posso capire che la si potesse considerare una cosa ironica e divertente. Però, però, però.

Però la cosa che mi ha più colpita è stata la volgarità bestiale di tutta la manifestazione. Capisco che non fosse certo l’ambiente giusto per la raffinatezza e capisco pure la gogliardia… ma quel che ho visto era (escluso il “nostro” stand) proprio un po’ triste. Le ragazze erano così svogliate da trasmettere, invece che sensualità, quasi repulsione per la carne messa a nudo con lo stesso entusiasmo con cui un operaio avvita bulloni in catena di montaggio. Ciò che facevano, i gesti, le espressioni, mettevano quasi sempre più tristezza che altro… e fin qui posso anche capirlo.
Non voglio certo fare la moralista, ma è comprensibile che trovarsi in quell’ambiente non fosse il sogno di nessuna di loro. Mi immagino che almeno alcune di esse avessero pensato di partecipare a una manifestazione di ben altro livello (penso, per esempio, alle fiere dell’erotismo che ho visitato nel nord Europa e negli Stati Uniti) e poi siano rimaste deluse dalla bassa qualità del pubblico e della realizzazione complessiva del tutto. Risultato: fai quel che devi fare, ma non ci metti un briciolo di entusiasmo. a conseguenza di tutto ciò è che anche la più splendida pornostar diventa solo “una che sta lì”, perde ogni fascino e carisma, e la sensualità e l’eccitazione vanno a farsi benedire.

Quello che davvero ho trovato incomprensibile è invece un’altra cosa: la reazione del pubblico. Crediateci o no… era eccitatissimo! Non tutto, non sempre e questa è l’occasione giusta per ricordare che tutto questo mio ragionamento è una generalizzazione, perché naturalmente non si può fare di tutta l’erba un fascio – però la gente sembrava divertirsi davvero. E questo proprio non lo capisco.
Il tipo di reazioni che ho visto ieri me le sarei potute aspettare da una compagnia di quattordicenni in gita scolastica. Vedono il primo seno nudo della loro vita e si eccitano; vedono una bella ragazza che fa un sorriso ammiccante e si immaginano chissà quali sogni erotici; vedono per la prima volta un tacco a spillo, un vibratore o qualche altro oggetto un po’ particolare e partono per la tangente. Ma l’età media del pubblico del Mi-Sex era sui 35 anni, direi. Ed è possibile che si comportassero così?

Mi verrebbe quasi da fare un’altra delle mie ramanzine sulla repressione della sessualità e le turbe che ne derivano, ma visto che ve ne ho già itta una da poco sarà meglio che lasci perdere. Quel che però è certo è che molte delle persone che ho visto ieri devono avere una vita erotica ben limitata e triste, per esaltarsi tanto di fronte a spettacoli così scialbi.
Una delle cose che più ha divertito me e gli amici dello stand cosiddetto “Pervert” è stato riscontrare come tutti noi guardassimo con perplessità la massa urlante al di là delle transenne di ogni palchetto e passerella su cui si esibivano le ragazze. Ciò che per noi era spesso di uno squallore terribile per loro era un mito da sognare… e questo dà di che pensare, no?

Sarebbe facile fare una dichiarazione semplice e stupida come quelle che si sentono nei talk show, tipo: “certo, perché loro vivono la sessualità normale mentre noi siamo dei pervertiti che si eccitano con cose deviate e quindi non capiamo il sano erotismo”. Oppure potrei fare la snob e dire “noi siamo gli unici che ci capiamo qualcosa, mentre gli altri sono tutti degli stupidi sottosviluppati”, però sarebbe francamente una sciocchezza.
È chiaro che la questione sia un’altra, come ho avuto modo di sperimentare grazie anche al dialogo con alcune persone, e che da tutto ciò si possa anche imparare qualcosa di molto interessante. Solo che per il momento ho scritto fin troppo: riprendiamo il discorso la prossima volta…

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