Appesi a un filo

L’arrivo della nuova panca da fustigazione sembra avere risvegliato la mia passione per i “giocattoli” di qualità. Mentre la prima è ancora in via di rifinitura, la grande collezione di strumenti e attrezzature del mio studio è stata messa più che mai alla prova.
Lasciatemi ritornare su un concetto che nell’ultimo post avevo solo accennato: avere le attrezzature giuste è importante, altro che storie! Spesso capita di sentire parvenu del BDSM che tengono il nasino puntato per aria e minimizzano: “no, a me tutta quella roba non serve perché mi bastano le mani e la testa per dominare chiunque”… e hanno ragione, certo, perché in effetti senza il cervello si va poco lontano. Però ci sono tante situazioni in cui anche un carattere superdominante non basta. Per esempio: le sospensioni.

Una sospensione è un bondage (una forma di immobilizzazione, per chi non sopporta il gergo) in cui il corpo del sottomesso viene sollevato da terra e resta appeso. Oltre a essere una cosa molto scenografica, è un gioco che dà sensazioni fortissime e uniche.
Pensate a cosa voglia dire non avere più nessun contatto col terreno: è un po’ come volare, con la differenza che non si ha alcuna libertà. A scegliere cosa succede, se e quando potrete riprendere il controllo è solo la Padrona, che può anche decidere di lasciarvi a dondolare nella massima vulnerabilità per molto tempo. Se vuole frustarvi o torturarvi… non potete andare da nessuna parte, e nemmeno agitarvi: tanto resterete sempre fermi lì, al limite con un po’ di giramento di testa. E non parliamo neanche di quel che si prova con una sospensione inversa, a testa in giù. Il viso vicinissimo ai piedi e alle scarpe della Domina, le gambe spalancate con le parti più sensibili del corpo a disposizione di qualsiasi tipo di trattamento lei abbia in mente, le strane sensazioni che si provano anche nel semplice star fermi… Mmh!

Beh, diciamo solo che se non avete mai provato vi siete fatti mancare un’esperienza molto, molto interessante. Ma è qui che viene il bello. Come si fa a provare una situazione simile? Vediamo…
Innanzitutto serve un punto al quale essere appesi… ma il soffitto non basta di certo. Un buon gancio regge a malapena un lampadario: ve lo figurate come crollerebbe bene sotto il peso di una persona, che magari si agita e dondola avanti e indietro? Magari ci vorrebbero delle grosse travi, come nelle vecchie case di campagna… beh, se avete una vecchia casa di campagna accomodatevi pure. Forse scoprireste che passare delle corde sopra travi simili non è per niente facile e che alla lunga si rischia di tranciare il cordame per l’attrito, ma non è nemmeno il caso di pensarci.

A proposito: come pensate di fare a sollevare un corpo da terra? Nei film lo fanno sempre… ma sono film. Nella realtà provateci voi (anzi, una donna, probabilmente) a tirar su 70-100 chili di persona, tenere la corda tesa e fare un nodo che sia tanto sicuro quanto facile da disfare in caso di pericolo. Ah… e provate pure a fare scendere poi quel corpo lentamente, senza bruciarvi le mani con la corda e senza far schiantare a terra il poveretto, che rischia pure di rompersi qualcosa.
Non ci avevate pensato, eh? E magari avevate dimenticato pure di preoccuparvi di come legare la persona. Con qualche giro di corda attorno ai polsi, dite? Beh… vediamo: diciamo che così facendo c’è una media di 50 chili per polso a premere su una superficie sottile quanto una corda, per un tempo prolungato e sotto sforzo. Mmh… direi che è la ricetta ideale per una bella lesione ai tendini, no?

Potrei andare avanti ancora a lungo, ma è meglio passare subito alla conclusione. Per mettere in sospensione un corpo in maniera sicura c’è solo un sistema: usare polsiere (o cavigliere) solidissime e imbottite, attaccate a una bella sbarra che non si pieghi sotto sforzo, agganciata a sua volta a un argano – possibilmente elettrico, per risparmiarsi scene da bassa manovalanza proprio quando si dovrebbe essere al meglio dell’immagine.
L’argano naturalmente va sostenuto in modo adeguato, quindi serve una impalcatura professionale. E l’impalcatura deve essere discreta (se no sembra di essere in cantiere) e costruita in modo da disperdere tutto il peso su un’ampia superficie, altrimenti distruggete il pavimento.

Quel che ho appena descritto è una sola delle tante attrezzature che ho fatto installare nel mio studio. Probabilmente avrei potuto anch’io raccontare la favola di non aver bisogno di alcuno strumento… ma non mi sarei potuta divertire con le tantissime varianti dei giochi di sospensione. Oppure avrei rischiato di provocare grossi danni a causa dell’improvvisazione.
Sapete come si dice… è proprio vero che la vita (e il piacere) a volte sono come appesi a un filo.

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