Prima volta da Mistress Ingrid a Brescia

Rieccomi con un altro racconto. Questo proviene dalla penna di flavio, uno slave che per farlo star zitto come tutti i toscani bisogna incollargli la lingua, ed anche scrivendo il racconto della sua prima sessione nel mio Dungeon a Brescia in fatto di parole non si è smentito.

Una consegna a Brescia.
Non mi sembrava vero ma quel mercoledì di due anni fa mi venne dato l'incarico per una consegna da fare in provincia di Brescia, precisamente ad una ditta di Roncadelle che operava in un centro commerciale. In genere l'impresa di trasporto merci in cui lavoro opera nei dintorni di Firenze, Toscana, e una qualche puntata per consegne a Roma. La Lombardia non era mai stata tra le nostre zone di carico e scarico.

Mi chiamo Flavio, 48 anni separato, vivo da solo e abito appena fuori Firenze, faccio l'autotrasportatore da dipendente per una ditta locale. La mia passione segreta? Sono uno slave, mi affascinano le donne autoritarie, rimango a volte imbambolato quando faccio consegne dinanzi a certe segretarie, mi butterei ai loro piedi, fantastico sempre su situazioni in cui carico di pacchi mi inginocchio davanti ad una Padrona con frustino in mano che mi sgrida per il mio ritardo. Fantasie.

Ripeto, fantasie che ho cercato di mettere in pratica cercando fra le centinaia di annunci di Mistress Padrone che popolano il web, spendendo un sacco di soldi e inutilmente nella maggior parte delle volte. Mi hanno sempre preso in maniera particolare i dungeon di Mistress tedesche, attrezzati di tutto punto con ambienti idonei a fare del sadomaso, mi sono sempre dovuto invece accontentare di camere d'albergo, appartamenti in residence di dubbia fama, sessioni con mistress che poi si sono rivelate escort col frustino e un paio di manette sul comodino, mistress in continuo pellegrinaggio da una città all'altra alla ricerca di slave da spennare, si dico da spennare. A parte rari casi delle grossissime delusioni. D'altronde il mio badget che posso spendere non è altissimo e veniamo alla trasferta di Brescia.

Sono sincero, il mio primo obbiettivo era contattare alcune Mistress con Dungeon a Milano e francamente un paio mi avevano anche convinto sopratutto il loro rate, non voglio scrivere cifre ma subito mi è balzato all'orecchio che in media non erano molto più care delle Mistress che ho citato in precedenza, la differenza la si può quantificare in un paio di decine di euro. Milano però fatti due calcoli era logisticamente fuori dal tempo che potevo impiegare per la mia trasferta lavorativa, perciò ripiego su Brescia dove sapevo vista la sua fama sul web che aveva il suo dungeon Mistress Ingrid, ma un po' per la lontananza, un po' per la mia convinzione che andando da una Mistress di quel livello il costo per me sarebbe stato fuori portata non mi ero nemmeno mai azzardato a chiamarla, non sono uno di quelli che chiama tanto per sentire una voce dall'altra parte, ho molto rispetto per la privacy altrui.
Ricordo che ho passato la sera e parte della notte togliendomi ore di sonno a visitare siti di Mistress di Milano e rendendomi conto visti i prezzi che in passato ho buttato molti soldi, quelle che invece stavo guardando parevano di un altro mondo, a livello delle Mistress dei miei sogni, attrezzature di prim'ordine, abbigliamenti fantastici, un paradiso per uno come me, altro che camere d'albergo.

Il mattino seguente verso le 9.30 chiamo Mistress Ingrid. Nulla, il telefono risulta spento. Richiamo verso le 10.30 e mi risponde con voce pacata ma autoritaria, mi ordina di presentarmi, mi fa alcune domande e poi dopo che mi sono presentato mi chiede: “Bene Flavio, il motivo della tua chiamata”? Pensavo di aver già detto tutto ma quasi subito mi ribadì “Cosa ti ha spinto a chiamarmi, mi auguro che tu abbia le idee chiare altrimenti entrambi stiamo solo perdendo tempo, io in primis”.
Il tono della voce diventava sempre più autorevole e al contrario di quello che si può pensare tale autorevolezza mi fece sentire a mio agio, la mia interlocutrice sapeva il fatto suo e quindi toccava a me, in quel momento le mie titubanze iniziavano a sparire, cercai di essere il più chiaro possibile e alla fine chiesi le modalità per essere ricevuto.
Mistress Ingrid a quel punto mi domandò in linea di massima a che ora volessi la sessione e dopo alcuni attimi di attesa (guardò un agenda? Non so) mi confermò che poteva ricevermi come avevo chiesto alle 15 ma che un ora prima voleva da parte mia una telefonata di conferma.
Io per quell'ora avrei sicuramente terminato la mia consegna e potevo ritenermi libero, guardai la mappa del navigatore e dal luogo della consegna allo studio di Mistress Ingrid erano circa 15 minuti.
Confermato l'appuntamento un ora prima verso le 15 mi presento all'indirizzo, che mi aveva fornito Mistress Ingrid, parcheggio il furgone la richiamo come mi aveva ordinato.
Dal parcheggio mi è bastato attraversare la strada per entrare in un vialetto privato in una zona residenziale, parecchie targhe di vari uffici e studi professionali, nulla a che fare con i residence di dubbia fama che prima citavo, dove anche uno sciocco capiva che stavi andando a... puttane.
Arrivato al civico suono: “sono Flavio” e dall'altra parte Mistress Ingrid “terzo piano”.

Salgo al terzo, Mistress Ingrid mi apre e mi fa entrare. Richiusa la porta un senso di timore mi stava assalendo, Mistress Ingrid vestita in una catsuite nera lucida con stivaloni altissimi mi stava incutendo una forte soggezione.
Visto il mio senso di smarrimento Mistress Ingrid ruppe subito il ghiaccio con una secca domanda: “Allora Flavio, ricapitolami quanto mi hai detto al telefono stamattina”.
Ripetei per filo e per segno quanto detto la mattina ma lì, in sua presenza non era la stessa cosa, sentivo che dopo ogni parola la mia sudditanza nei confronti di Mistress Ingrid saliva in maniera esponenziale, stavo facendo come una specie di outing sulle mie chiamiamole perversioni ma questa volta a differenza di altre capivo che mi stavo aprendo nei confronti di una persona che sapeva capirmi ed aveva le idee chiare e a poco a poco il mio timore iniziale spariva.
Tutto ciò mi mise addosso una forte andrenalinica eccitazione.
Mi ordinò: “Spogliati e seguimi”. Rimasi nudo e seguii Mistress Ingrid in quello che Lei chiamò Dungeon, prima di entrare non potei fare a meno di notare in un atrio una parete attrezzata dove erano appesi vari strumenti in legno, cuoio e gomma che poi con grande soddisfazione alcuni di essi nelle mani sapienti di Mistress Ingrid ebbero a creare macchie rossastre sulle mie natiche.
Entrati nella stanza Dungeon il mio cervello sembrava friggere, ero in uno di quei locali che sempre avevo sognato, altro che camera d'albergo continuavo a ripetermi. Nemmeno il tempo di dare uno sguardo a 360 gradi che la Padrona, si da adesso in avanti “la Padrona” mi ordinò di accarezzargli gli stivali e di adorare i tacchi. Una cosa tra le tante mi aveva colpito appena entrato, l'argano per le sospensioni. La sera prima guardando il sito della Padrona avevo visto alcune immagini dove lo slave appeso con le mani veniva torturato. L'attrezzo mi attirava e la cosa non sfuggì agli occhi della Padrona che mi chiese se avevo già provato ad essere appeso, la mia risposta quasi vergognandomi fu no, figuriamoci se quelle che avevo frequentato prima avevano un attrezzo simile. Una domanda mi fece la Padrona che al primo momento mi sembrava fuori luogo: “Fai sport Flavio?” Risposi si quasi stupito e Lei: “Che tipo di sport in particolare” Risposi che ogni tanto con amici mi piaceva trascorrere delle domeniche a fare delle arrampicate in parete, nulla di eccezionale però.
“Bene, a me basta questo, sicuramente le tue braccia e gambe saranno allenate a trazioni varie” mi disse la Padrona. Nel frattempo mi passò dei bracciali di cuoio e mi ordinò di allacciarli alle braccia.
Era la prima volta che li indossavo e vistomi allo specchio nudo con i bracciali, in quell'ambiente e in presenza di tale Padrona la scena mi procurò un erezione che non passò inosservata.
La Padrona vista la mia eccitazione mi chiese sarcasticamente “Hei, che succede, ti piace eh porco maiale, vediamo di far divertire anche me adesso”.
Mi fece stendere su una panca particolare in ginocchio dove il mio cazzo appoggiandomi andava a penzoloni in un foro sul retro della panca, mi agganciò mani e piedi con i bracciali di cuoio e vidi con la coda dell'occhio la Padrona dirigersi verso l'atrio dove erano appesi quelli strumenti in legno per sculacciare, ne prese un paio e mi si avvicinò.
Sentii una carezza sulle mie natiche, un gesto dolce e devo dire eccitante ma nemmeno il tempo di assaporare tale momento che con l'altra mano la Padrona già mi aveva assestato un colpo sulla natica destra. “Come va” mi chiese in tono severo. “bene “ risposi io e nemmeno il tempo di finire la parola un secondo colpo più forte e un ordine perentorio “Bene Padrona devi rispondere”
Ero nelle sue mani, mi stavo calando in uno dei miei sogni, in balia di una Signora autoritaria che mi puniva per ogni mia mancanza.
Continua...

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