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Buon Natale

Natale è alle porte e sono pochissimi gli slaves che stanno bussando con i piedi… Tempo fa ho dedicato un blog al tema dei regali e, più in generale, al tema dell’omaggio che mi si addice in quanto signora e padrona. Ebbene, dalla penuria di regali che ho ricevuto, posso dedurre che il blog non sia stato letto o, peggio, che non sia stato recepito. A questo punto non mi resta che redarguire chi, inutilmente, si prodiga in promesse di regali e addirittura di viaggi quando tali promesse non vengono mantenute; chi, incautamente, si riempie la bocca di buone intenzioni quando tali intenzioni non si realizzano; chi, impropriamente, mi offre servizi e millanta sorprese e regali in arrivo, quando sto ancora aspettando. Rimane ancora parecchio spazio da riempire sotto l’albero che idealmente dedico ai miei slaves ed a ciò che mi regalano come segno tangibile di un rapporto che si fa esclusivo anche grazie ai doni di cui esso si nutre. Se qualcuno è preoccupato di n

Imago

Mi piace scrivere e condividere pubblicamente i miei pensieri: ho scritto un libro (e potrei anche replicare), sono presente su Facebook e Twitter e ho ritrovato il piacere di curare il blog come forma rinnovata di condivisione. Credo nella forza comunicativa del blog e nella possibilità di costruire un dialogo con chi mi legge, mantenendo un filo conduttore e trasformando un semplice diario in rete in una storia: la mia storia. E cosa succede quando si racconta una storia? Che questa viene anche immaginata. Ecco quindi collocato l’oggetto della mia riflessione: l’importanza delle immagini e della narrazione di sé attraverso l’immagine. Da tempo ho rilevato quanto sia maggiore il potere di attrazione di un’immagine rispetto ad un testo: concretamente, ogni volta che posto una fotografia nelle mie pagine social raccolgo un consenso che difficilmente le parole riescono ad attirare. I “mi piace” di Facebook e i commenti in Twitter riguardano quasi esclusivamente fotografie

Sul dono

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Sul dono (omaggio alla Mistress) Molti slaves hanno dimostrato la loro adorazione nei miei confronti regalandomi oggetti di vario tipo: collant di qualità, calzature raffinate, manufatti relativi a pratiche BDSM, cene, bottiglie di vino pregiato, viaggi ed altro ancora. Ho sempre apprezzato ogni tipo di regalo, indipendentemente dal suo valore economico, perché ogni regalo simboleggia il rapporto di fiducia che si crea tra la Mistress e lo slave ed è la prova tangibile di una devozione che necessita di riti e segni (non solo quelli che lascio sulla pelle dei miei dominati). Quindi, anche quello che può sembrare un semplice oggetto come potrebbe essere uno smalto per unghie non è mai banale, ma è sempre qualcosa che gradisco, perché in ogni singolo dono piccolo o grande che sia io riconosco quella sincerità e fedeltà che lega a me gli slaves e che rende significativa un’autentica relazione BDSM. Quindi, in quanto Mistress gradisco qualsiasi dono che uno slave voglia p

Sul sadomaso clinical come Ape Regina

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Sul sadomaso clinical come Ape Regina Il clinical o medical, inteso quale insieme di pratiche Bdsm che comportano l’utilizzo di strumenti, metodi, ruoli e scenari di carattere medico e clinico è una sottocultura Bdsm che in Italia non si è mai veramente sviluppata. L’ispezione intima, l’introduzione di un catetere, la somministrazione di un clistere, l’inserimento di aghi e tutto ciò che rientra nello spettro del clinical evidentemente attiene ad un immaginario che molte persone pur dichiarandosi amanti del clinical non sono pronte o disposte a sperimentare consapevolmente. Ritengo queste persone turisti e non viaggiatori dell’universo culturale Bdsm, universo di cui il clinical rappresenta un mondo intrigante e altamente simbolico perché permette di rielaborare in modo erotico e ludico un rapporto socialmente codificato e rigidamente definito come è appunto il rapporto medico/paziente. Proprio per il carico emotivo e fortemente somatico che lo caratterizza, il clinical