La Festa della Donna

È appena passata la Festa della Donna, quindi mi sembra appropriato parlare appunto di donne. Anzi, prima della festa in sé.

Come sicuramente sapete (vero?) l’8 marzo non è una ricorrenza romantica ma il ricordo della strage di un gran numero di operaie bruciate vive dopo essere state chiuse in una fabbrica in cui volevano esercitare il diritto di sciopero. Il fatto che oggi sia diventata soprattutto un mercato di mimose la dice lunga sul perché io non festeggi quel giorno.
Trovo che riservare 24 ore alla glorificazione delle donne sia una cosa carina solo fino a quando non si capisce che ci sono altri 364 in cui allora forse le donne non vanno festeggiate affatto… e il fatto che non ci sia anche una “Festa dell’Uomo” mi sembra una forma di razzismo al contrario. Per questo seguo la mia filosofia personale: tutte le persone sono uguali, indipendentemente dal sesso, il colore, eccetera. Alzi la mano chi l’aveva già sentito dire.

Pensarla così comporta anche che, ovviamente, con le cosiddette “femdom integraliste” io non abbia niente a che fare. Per chi non le conoscesse, sono quelle signore che ritengono di essere superiori a tutti i maschi per diritto genetico. È un atteggiamento molto utile quando si deve creare un personaggio per un sito Bdsm, ma che purtroppo non regge la prova dei fatti. Scusatemi, ma con tutta la simpatia che posso provare per loro ho comunque i miei dubbi che una Lady Tizia o Mistress Sempronia qualsiasi possa davvero permettersi di paragonarsi a gente come Einstein, Gandhi, Napoleone o Aristotele.
Ciò non toglie che poi davvero moltissimi uomini dovrebbero vergognarsi di esistere… ma è per loro colpa personale, non perché non siano nati con l’utero. Dal mio punto di vista è un po’ l’errore che facevano le femministe da battaglia degli anni ’60, che infatti sono sparite dalla faccia della Terra senza che nessuno ne senta la mancanza. E, ora che ci penso, la cosa in comune fra le femdom assolutiste più agguerrite e quelle femministe è senza dubbio anche la loro bruttezza. Uhm… quasi quasi mi viene un sospetto, ma è meglio che stia zitta.

Per tornare a noi, dicevo che tutte le persone nascono uguali e poi sta al loro impegno dimostrarsi degni esseri umani. Sta invece alle loro preferenze e fantasie scegliere un ruolo dominante e sottomesso: se volete posso anche interpretare la Padrona che disprezza tanto gli schiavi… ma sarebbe una sciocchezza, no? Credo infatti che scegliere di giocare (o vivere) da schiavo sia una scelta assolutamente valida e dignitosa – purché ci si metta veramente in gioco fino in fondo, almeno per il tempo dedicato a queste attività.
Oh, se potessi rivelare i nomi e i lavori (importantissimi!) di alcuni schiavi di mia conoscenza! Capireste subito perché rispetto tanto quelle persone… ma su questo argomento mi devo mordere la lingua. Meglio allora tornare a parlare di donne. Ma di un tipo particolare: le schiave.

Dico subito che avere a disposizione una schiava è una delle cose che più mi piacciono. Sicuramente questo dipende in parte dalla mia apertura verso ogni esplorazione sensuale, ma in buona parte anche dal semplice fatto che… sono fatte diversamente, e rappresentano giocattoli diversi, da usare in maniera differente!
È anche vero però che trovare una buona schiava femmina è raro quanto trovare un buono schiavo maschio. Per ognuna di loro ci sono, secondo la mia modesta esperienza, almeno una cinquantina di signore senz’altro molto gradevoli ma che mancano completamente di quel certo non so che per potere essere veramente definite schiave. Una delle ragioni è la più normale e accettabile del mondo: si può benissimo aver voglia di giocare un po’ ad avere un ruolo sottomesso solo per il tempo necessario a esplorare una particolare fantasia o situazione – come d’altra parte fanno tante splendide persone che mi frequentano.

L’altra ragione però, mi spiace dirlo, è l’atteggiamento diffuso in molte donne a pretendere – almeno nelle emozioni – molto più di quel che sono disposte a dare. In questo, povere loro, vengono davvero stracciate dalla capacità di donarsi che hanno (sto sempre parlando in generale, è ovvio) gli uomini. Magari è un segno di maggiore intelligenza, non lo nego, però resta il fatto che ad avere problemi col sesso sono molto più le femminucce che i maschietti, e secondo me dipende un po’ anche da questa mentalità.
Quel che succede in concreto è allora che vengo contattata da molte meno donne che uomini, e spesso devo sudare sette camicie (di latex, certo…) per “sentirle” un po’, altrimenti sono capaci di restare sulla difensiva anche tutto il giorno. Personalmente trovo che sia un gran peccato per loro, perché facendo così finiscono col divertirsi meno di quanto potrebbero. Ma del resto…

Per fortuna ci sono poi anche delle belle eccezioni: ragazze e signore che sono in grado di trasmettere un mare di emozioni – innanzitutto perché sono loro stesse a lasciarsi la possibilità di viverle – e con cui si vengono a creare ogni volta esperienze indimenticabili. In questo, è giusto dirlo, c’è l’altro lato della medaglia: anche restringendo il campo agli schiavi migliori, uomini così emozionanti posso contarli sulle dita delle mani.
È qualcosa che ha a che fare con il modo in cui guardano, sospirano, mugolano o supplicano trattamenti speciali; con la fantasia nel proporre idee divertenti, perverse, raffinate; con l’odore della pelle e la morbidezza dei movimenti… mmh! Ritengo due delle mie schiave regolari fra le cose più preziose che posseggo. Sarà il caso che ricominci a tirar fuori quel bellissimo torchio per i seni, e ora che ci penso ho un paio di stivali che è davvero impolverato in modo inaccettabile, e ha proprio bisogno di una lucidata accurata…

Arrivata a questo punto sarebbe giusto dedicare qualche riga anche a chi ama la femminilizzazione, ma si tratta di tutto un altro capitolo che merita di essere meglio approfondito. Con tutto questo sparlare di donne invece ho finito per non avere più tempo oggi per raccontarvi della novità che mi è stata recapitata proprio oggi… e che sarà, lo prometto, il nostro prossimo argomento.

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