Senza fiato

Credo di averlo già detto in passato: una cosa che non cesserà mai di stupirmi è il modo in cui anche le pratiche di dominazione sembrano essere soggette alle mode. Ci sono lunghi periodi in cui vengo contattata soprattutto da persone che vogliono essere iniziate ai sottili piaceri del feticismo delle calzature… Poi all’improvviso questi personaggi scompaiono, e arriva un’ondata di cultori della frusta, o dei giochi d’ambientazione medica, del bondage e così via.
Dal mio punto di vista va benissimo anche così: confesso di essere talmente appassionata di tutto ciò che avviene nel mondo privato del mio studio che vivo ogni proposta come uno stimolo ad esplorare nuove sfaccettature. Insomma, è ben difficile che possa annoiarmi, come minimo perché in ogni caso sono io a dirigere il gioco, ma… Le mode mi hanno lasciata perplessa!

La tendenza di questi ultimi giorni sembra proprio essere una di quelle che però fanno parte delle mie rare eccezioni. Mi riferisco alle tante varianti del controllo della respirazione, che per vari motivi è una di quelle cose che non amo affatto. Ma sarà meglio cominciare come sempre coll’assicurarci di capire di cosa sto parlando.
La limitazione del respiro, che i fissati dell’inglese chiamano “breath control”, consiste né più né meno in ciò che state immaginando: togliere l’aria alla persona sottomessa. Il principio consisterebbe nel fatto che poter decidere quando e come farla respirare è una situazione di dominazione assoluta, e su questo posso anche essere d’accordo.

Che avere il controllo sull’aria stessa crei un’intimità eccelsa mi pare ovvio, e gli estimatori di questa pratica riferiscono poi un altro aspetto da non sottovalutare. Il fatto è che, quando l’ossigeno comincia a calare, queste persone provano un piacere sessuale molto forte.
C’è solo un problema: questo fenomeno è reale e concreto, ma dipende semplicemente dal fatto che l’organismo reagisce automaticamente all’asfissia producendo sostanze chimiche con la funzione di… rendere meno atroce la sensazione di morire. In altre parole, con questo “gioco” si prova piacere solo quando è troppo tardi – e mi sembra chiaro che ciò non sia una cosa accettabile.

“Ma mica si muore!” obiettano gli appassionati. “Il rischio ci sarebbe se si giocasse da soli, ma ci sei tu apposta a tenere sotto controllo la situazione!”
Siccome purtroppo mi sono sentita fare questi discorsi un po’ troppe volte, credo sia venuto il momento di spiegare una volta per tutte perché non mi convincerete mai a fare breath control.

Prima osservazione: non ho poteri telepatici, quindi non ho modo di capire quanto ossigeno abbia nel sangue la persona sotto di me e cosa stia sentendo in un dato momento. Da fuori la differenza fra “sento il bisogno di prendere fiato”, “sono in panico da soffocamento” e “ho convulsioni da danni cerebrali” è minima, e dal momento che non ho nessuna intenzione di ritrovarmi cadaveri fra le mani non voglio nemmeno trovarmi nella brutta posizione di dover tirare a indovinare.
Secondo: come ho scritto poco fa questa è una pratica che diventa piacevole solo quando il corpo è ormai convinto di stare per morire, e in tale situazione ci sono *sempre* dei danni fisici, soprattutto al cervello. Anche senza arrivare alla perdita di funzioni vitali, sono sicura che non gradireste perdere l’uso nemmeno di un neurone.

Terzo: ci sono tanti altri modi per giocare. Anche col respiro. Non ci credete? Evidentemente allora non avete mai avuto a che fare con me…
Per esempio, conosco almeno una decina di modi per provocare la sensazione, o anche la sola illusione (ma convincente, credetemi…) di stare soffocando pur non bloccando affatto il respiro. Molto consiste in una certa abilità psicologica, e tanto anche nella mia esperienza medica. Sarebbe interessante svelare i miei sistemi, ma non ho alcun motivo di svelare i miei assi nella manica…

La conclusione del post di oggi è questa. Non azzardatevi a chiedermi di farvi rischiare una corsa (inutile) al pronto soccorso. Il fatto che abbia una certificazione in rianimazione cardiopolmonare non vuol dire che mi faccia piacere usarla, e visto che per fortuna sino a oggi non è mai capitato, preferisco che le cose restino così.
Se volete sperimentare le sensazioni che derivano dall’affidare la vostra stessa vita nelle mani di una perfida Dominatrice basta chiederlo gentilmente, e sono sicura che troveremo un modo molto più sicuro e divertente per fare insieme questo tipo di esplorazione.

Ah, ancora un’ultima nota per tutti quei furboni che arrivati a questo punto stanno pensando di mettersi a provare il breath control da soli, magari inventandosi qualche sistema complicato per strangolarsi… Fossi in voi non ci proverei.
Di tutti i possibili giochi erotici estremi, questo è infatti quello che in assoluto miete più vittime. O meglio: è l’unico che abbia mai provocato direttamente dei decessi, perché in tutti gli altri casi si è trattato di incidenti avvenuti durante momenti di gioco, ma indipendenti dalla pratica svolta. Ogni anno nel mondo c’è circa una dozzina di cretini (e cretine, naturalmente) che si suicidano senza nemmeno volerlo, semplicemente perché avevano pensato di avere scoperto un sistema a prova di bomba per controllare la mancanza di controllo. E già questo la dice lunga sulla loro intelligenza.

Quindi adesso fate i bravi, tirate un bel respiro e provate a pensare a tutte le cose terribili e bellissime che invece potrei farvi…

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