Furto d'identità

A volte ci sono brutte storie che nonostante tutto finiscono per strappare un sorriso: ecco quella che ho vissuto io negli ultimi giorni.

La vicenda comincia qualche giorno fa con una segnalazione proveniente da Luca, un mio fido adoratore che tutto preoccupato mi avverte che “mi hanno rubato il sito”. Ohibò: vado a controllare, e il mio sito è tutto in ordine. Che sta succedendo allora?
Un piccolo chiarimento, e scopro che il furto c’è stato davvero, ma non di http://www.mistressingrid.it/, bensì dei suoi contenuti. Avviene infatti che un altro sito, di cui non fornirò l’indirizzo per ovvi motivi, presenta come suo il materiale che da più di un anno si trova al mio indirizzo web. E non è finita qui.

In effetti, la parte più scocciante della cosa è che le mie foto, le mie parole e così via sono stati appropriati da dei delinquenti (nel senso legale del termine) che li usano per promuovere un telefono erotico – ovviamente a pagamento, e pure caro. Era quindi venuto il momento di fare un po’ di indagini.
Mentre sempre più amici e schiavi mi scrivevano e telefonavano per segnalare lo spiacevole avvenimento, da parte mia mi sono rivolta come prima cosa a un mio caro conoscente esperto di informatica e del cosiddetto “mercato del porno”. E ho scoperto l’esistenza di un intero mondo che proprio non conoscevo.

In poche parole, sembra che ci siano vere e proprie aziende il cui mestiere consiste nell’attivare numeri di telefono a pagamento in quantità. Ogni giorno nascono decine e decine di telefoni cosiddetti “premium” rivolti a ogni genere di pubblico: ci sono quelli di ricette (per le casalinghe), quelli di sport, di musica, oroscopi (un classico!), notizie (riciclate dal televideo) e così via. La fetta più grande del mercato è tuttavia quella della pornografia.
In effetti avevo visto anche io le pubblicità di questi “servizi”. Sarebbe difficile il contrario: dopotutto le si trova dappertutto, dalle piccole televisioni ai rotocalchi, ma sinceramente non mi sarebbe mai passato per la testa di dedicare loro la minima attenzione. La maggior parte dei telefoni erotici consiste infatti semplicemente in una registrazione – tirata decisamente per le lunghe – di una voce femminile che ansima discorsi che vanno dal sottilmente sexy al pesantemente osceno, a seconda del tipo di pubblico cui si rivolge.

Il mio amico mi informa che non solo le telefonate sono decisamente costose – anche nell’ordine delle decine di euro se si incappa in trucchetti tipo un numero apparentemente italiano che rimanda invece a un servizio a pagamento in territorio straniero, non soggetto alle limitazioni di costo imposte dalla legge. La parte buffa, o tragica a seconda dei punti di vista, è che ci sono pure registrazioni davvero pietose. Tanto per chiarire, lui e un suo amico qualche anno fa tenevano una trasmissione radiofonica notturna (in Svizzera) nella quale mandavano in onda gli spezzoni più ridicoli che riuscivano a trovare. Pare che in cima alla hit parade ci fosse la voce di una poveretta dall’accento africano e quasi incomprensibile che cercava senza riuscirci di dire “mi sto titillando i capezzoli”: dopo due o tre tentativi l’unica cosa che usciva era “capezzuòli”, neanche si fosse trattato di un numero di cabaret.

Tornando però a noi, un’altra scoperta che mi ha lasciata basita è stata che le società che gestiscono questi telefoni a pagamento sono:
a) quasi tutte facenti parte di due gruppi industriali appartentemente di tutto rispetto, uno dei quali di proprietà di un politico sempre sulle prime pagine dei quotidiani.
b) Prive di qualsivoglia pudore nell’impiego di tecniche pubblicitarie di ogni genere – come dimostra il mio caso.

In pratica, una delle strategie adottate è di sparare nel mucchio lanciando centinaia di servizi praticamente identici, solo con piccole variazioni fra uno e l’altro. Per non perdere tempo e soldi nella pubblicità li si promuove soprattutto via Internet, realizzando piccoli siti tutti uguali fra loro che vengono “spinti” sui motori di ricerca con tecniche decisamente illegali di “hackeraggio degli algoritmi di ricerca” (parole del mio amico… non guardate me).
Per i contenuti… si mette sotto pressione personale sottopagato che naturalmente non ha alcun vantaggio a scrivere dei testi originali, e quindi spesso rubacchia qua e là. In caso qualcuno si lamenti non c’è problema: si tiene il sito (e la linea telefonica) attiva il più possibile, e quando il rischio di finire in tribunale si fa concreto si oscura il tutto. Tanto nel frattempo sono stati lanciati altri mille numeri per gonzi.

La mia reazione è stata quindi di seguire le normali vie legali. Ho contattato il webmaster (che naturalmente non ha risposto) e il responsabile dell’hosting, ma soprattutto il mio avvocato. La denuncia è partita, e presumo che fra qualche giorno il sito-fotocopia scomparirà dal web. Sulla possibilità di farmi risarcire danni d’immagine e spese legali ho poche speranze, ma non si sa mai: dopotutto sono un osso duro, soprattutto con chi cerca di prendermi in giro.
Come dicevo all’inizio, però, anche le cose più spiacevoli a volte possono portare a sorridere.

Capezzuòli a parte, in questo caso mi ha fatto un immenso piacere riscontrare che ci siano stati così tante persone che si sono premurate ad avvertirmi dell’accaduto. Ciò non vuol dire solo che sono molto attente a tutto ciò che mi riguarda, ma anche che hanno capito sia il valore della mia immagine, sia che a volte basta molto poco per rendere la vita di una Dominatrice più piacevole. Una tale dimostrazione d’attenzioni è l’ideale.
Naturalmente adesso spero che non si ripetano più episodi di furto d’immagine, ma in compenso non posso che invitare tutti voi a continuare così. Tenete gli occhi aperti, e non mancate di contattarmi anche per questo genere di inconvenienti. Se non sarò impegnata nel mio Studio e sarete cortesi, sarà un piacere ringraziarvi.

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