Scandalo in Formula Uno

E di che cosa potremo mai parlare, oggi? Vediamo… Che ne dite un argomento scelto completamente a caso… Tipo quello che da giorni ci viene propinato su tutti i giornali, telegiornali, radiogiornali e giornalacci di ogni genere? No, non mi sto riferendo alla farsa delle elezioni, ma allo scandalo di Max Mosley, il presidente della Fia (l’associazione che controlla, fra le altre cose, il mondo della Formula Uno).
Per amore di precisione voglio cominciare dall’inizio, con l’articolo che ha dato il via alla storia . Poiché a tutt’oggi è in corso una battaglia legale che probabilmente costringerà il sito a cancellare il filmato che lo accompagna, sarà bene descriverlo per i posteri.

Come potete leggere nell’articolo che ho linkato, il video raffigura il signor Mosley impegnato in un incontro più o meno BDSM con cinque donne che, per motivi che chiarirò dopo, possiamo definire serenamente come “prostitute”. L’uomo entra nel loro piccolo studio sotterraneo (e Londra ne è piena, soprattutto in alcune zone), viene fatto spogliare e comincia un gioco di ruolo in cui lui interpreta un prigioniero trasferito da un campo di concentramento all’altro, e finito nelle mani di una crudele direttrice di lager.
Viene esaminato, legato a un cavalletto e preso a gran colpi di cane (non l’animale, ma la bacchetta di vimini) mentre la signora racconta una confusa storia di colpe, pentimenti e punizioni. Poi improvvisamente i ruoli cambiano: lui si veste da ufficiale nazista, e insieme alla “direttrice” infierisce su tre ragazze vestite da prigioniere. Il gioco sembra essere molto più soft e molto più ironico, tanto che gli aguzzini si mettono a parlare in un finto tedesco equivalente a quello dei nostri fumetti di Sturmtruppen. C’è un po’ di sesso, poi tutti prendono un tè insieme in grande allegria. Fine del video.

A giudicare da come è stato realizzato il tutto non abbiamo a che fare con una ripresa fatta dal diretto interessato per uso personale. Tutto fa pensare a un pedinamento e un ricatto eseguito con telecamere nascoste dietro a finti specchi e così via. A un certo punto Mosley deve essersi rifiutato di pagare l’estorsione e il materiale è finito nelle mani di uno dei peggiori giornali scandalistici del mondo.
La storia vera e propria inizia qui. Appena la notizia comincia a girare, infatti, tutti i mass media si precipitano a riprodurre video e articolo originale per mettere alla berlina il patron della Formula Uno. Nell’arco di un giorno c’è una levata di scudi che richiedono il suo immediato licenziamento, e 24 ore dopo le ultime notizie dicono che il gran premio previsto nel Bahrein rischia di essere annullato “per l’immoralità di Mosley”.

Per il momento non so dirvi altro, a parte il fatto che uno dei miei fidi schiavi informatici mi ha comunicato che tutti i siti BDSM italiani e stranieri non fanno altro che parlare di questo avvenimento, perdendosi di solito nei comuni sterili litigi che contraddistinguono sempre il Web. Quello che posso però dire sono le mie considerazioni personali su tutta questa vicenda.

La prima riguarda le reazioni delle uniche persone veramente interessate. Mosley ha dichiarato di essere dispiaciuto per l’imbarazzante rivelazione, ma anche che si è trattato di una campagna finalizzata a danneggiare la sua carriera. Sua moglie (che nelle foto ha un’aria decisamente da Dominatrice) ha mantenuto il riserbo, mentre Bernie Ecclestone, che è stato il predecessore di Mosley, ha detto semplicemente che “quello che uno fa in privato sono solo affari suoi, e non c’entra niente con la sua vita professionale”.
Beh, sapete che vi dico? Sono d’accordissimo con tutti e tre: mi sembrano le reazioni più logiche, sincere e appropriate di fronte a una situazione in cui non si sarebbe voluto trovare nessuno, ma che francamente riguarda solo il protagonista e, semmai, sua moglie.

Poi vi risparmio le mie considerazioni su chi ha architettato tutto lo scandalo. In passato c’è stato un uomo che amava ripetere che “basta frugare un’oretta nella vita di una qualsiasi persona, e qualcosa per distruggerla lo si trova di sicuro”: era Goebbels, che di mestiere faceva guarda caso proprio l’ideologo dei nazisti.
Purtroppo viviamo in un’epoca in cui gli insulti e le insinuazioni sono diventati uno strumento comune di battaglie politiche, scatti di carriera, stragi e così via: ormai ci siamo abituati a considerare queste cose normali, ma fino a pochi anni fa era altrettanto normale che a vergognarsi dovesse essere la persona che insultava, perché si era dimostrata incapace di sostenere una discussione logica e adulta. Abbiamo avuto molte occasioni di capire che avevano ragione i nostri antenati: basta pensare alla guerra in Iraq, alle storie di fotoricatti ai “vip”, allo sfascio della politica. Eppure si continua su questa china… e non me la sento di essere proprio io a lottare contro i mulini a vento come Don Chisciotte.

Delle persone su cui mi sento invece di potere esprimere giudizi precisi sono le compagne di giochi di Mosley. Escludiamo pure che non fossero al corrente della presenza di telecamere e microfoni nascosti: è una tesi che non sta in piedi. Ciò vuol dire che sono state complici consapevoli, e che per il miraggio di un guadagno hanno buttato nella spazzatura la loro etica, il rispetto per sé stesse e per quello che era un loro cliente. Personaggi del genere, senza alcuna morale, si possono solo chiamare prostitute.
Credo che mi conosciate abbastanza per sapere che una Dominatrice è tutt’altro genere di persona. Sì, può partecipare a giochi erotici anche più strani e perversi di quelli che si vedono nel video incriminato, ma per motivi completamente differenti. Soprattutto, ogni sua azione è guidata dal rispetto per il partner e per la sua privacy e benessere, che non vengono mai messi a repentaglio. Vedere che alcuni giornali si sono permessi di definire “Padrone, Mistress, Dominatrici” e così via le donnacce dello scandalo mi fa rabbrividire per l’ignoranza delle persone.

Ma soprattutto lasciatemi parlare, e male, di Max Mosley. Ho mille motivi per farlo. Innanzitutto perché bisogna essere degli emeriti imbecilli per mettere a rischio la propria carriera e la propria vita andandosi a infilare in un pasticcio simile. Figuratevi se non posso capire la sua voglia di passare qualche ora a divertirsi come più gli piace… ma vi pare sensato andarlo a fare con persone sconosciute, nella città in cui abita, in un ambiente evidentemente per nulla professionale (provate a confrontare le foto dell’appartamentino incriminato e quelle per esempio del mio studio e ditemi se vi sembrano simili…)… quando ci sono tante alternative?
Ma dico… Gli sarebbe costato tanto sforzo contattare una delle oltre cinquecento dominatrici professioniste di Londra? Sarebbe stato tanto difficile, soprattutto per una persona ricca e potente come lui, organizzare un festino privato a casa propria? Era così complicato coinvolgere qualcuna fra le miriadi di splendide ragazze che girano attorno al mondo della Formula Uno e non si sognerebbero mai di rivelare certi segreti imbarazzanti anche per loro?

Il bello è che Mosley è solo l’ultimo di una serie infinita di personaggi pubblici che seguono lo stesso comportamento. Ve li ricorderete anche voi: il senatore conservatore americano che è molestava la gente nei bagni pubblici; il presidente degli Stati Uniti che professava fedeltà e si è fatto beccare letteralmente a braghe calate; il principe feticista degli alluci; l’esercito di preti, vescovi e cardinali che regolarmente si fanno scoprire con prostitute di ogni sesso e purtroppo spesso con bambini… Fateci caso: di solito sono proprio le stesse persone che conducevano le più grandi crociate contro il sesso, la pornografia, l’educazione sessuale e così via.
La realtà invece è molto semplice: nella vita bisogna essere onesti, soprattutto se si ricopre una posizione pubblica. Forse vi ricorderete di come andarono le cose durante la prima guerra del Golfo, quando si scoprì che un ispettore delle Nazioni Unite era membro di una grande associazione BDSM gay: lui disse semplicemente “embè? Mica l’ho mai nascosto. Se vi azzardate a discriminarmi per come vivo la mia vita privata vi denuncio tutti. Se invece ci sono dei problemi con il mio lavoro di ispettore ditemelo e licenziatemi pure, ma non vi sarà facile, perché sono una persona responsabile e mi comporto molto più seriamente di tanti miei colleghi”.

Risultato: se ne stettero tutti zitti. La cosa occupò una piccolissima notizia su alcuni giornali, e amici come prima. Chi invece comincia a raccontare balle e mettersi sulla difensiva è proprio stupido… come Mosley, che ha pensato bene di dichiararare che lui dalle prostitute c’è andato, ma la parte nazista non è mai avvenuta.
Ma per la miseria… Ma se ci sono le riprese di te che giochi al lager nazista, perché devi raccontare una scemenza simile? Cosa ti costa dire: “a parte il fatto che in privato mi vesto come voglio, che l’uniforme non era vera ma solo qualcosa che ci assomigliava (ed è vero: come riproduzione è pure bruttina) e che se ci avete fatto caso ho giocato anche a fare il prigioniero ebreo… Non avete visto che era solo una recita? Siete proprio scemi, neh?” Bastava una risposta del genere e la storia si sarebbe per lo meno sgonfiata… e invece no.

In effetti, sta ancora gonfiandosi un secondo scandalo sul fatto che il padre di Mosley fosse un simpatizzante nazista, sui contenuti, sul fatto che uno che si mette un’uniforme così non possa gestire la Formula Uno (eh? E perché? Cosa diavolo c’entra?) e così via. E se tanto mi dà tanto vedrete che nelle prossime settimane la cosa si complicherà ulteriormente.
Ma per tornare ai cosiddetti Vip coinvolti negli scandali: a parte essere onesti e non comportarsi da deficienti c’è un modo ancora più semplice per non finirci. Basterebbe che i vari senatori, presidenti, preti, eccetera la smettessero di criminalizzare le fantasie sessuali. Non certo la pedofilia, che resta comunque un crimine gravissimo, ma tutti i giochi fra adulti consenzienti e consapevoli. Ve la immaginate la scena?

“Ministro! Lei è stato visto con una prostituta!”
“Embè? Mica è un crimine.”
“Reverendo! Lei ha fatto sesso con un uomo!”
“Embè? Mica è un crimine.”
“Presidente! Lei si è fatto succhiare l’uccello!”
“Embè? Mica è un crimine”… e così via.

Insomma: ci piacciono i giochini? Mica è un crimine, suvvia… Vedete un po’ tutti di pensare a cose più serie, piuttosto.

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