Divertirsi... ma sul serio

Credo che, dopo tutti questi mesi di blog, anche i più asinelli fra voi avranno capito che prendo la dominazione molto sul serio. Si tratta della mia più grande passione e mi sembra infatti giusto rispettarla come merita, senza ridurre tutto in burla: altrimenti sarebbe come se il primo violino di una grande orchestra si mettesse a fare le pernacchie nel bel mezzo di un’esecuzione… magari qualcuno potrebbe prenderlo per un simpatico originalone, ma la sua arte andrebbe a farsi friggere.
Vi sembra un esempio troppo bizzarro? Eppure è quel che mi capita di vedere ogni volta che provo a leggere i vari siti Internet italiani dedicati al BDSM. Soprattutto nei forum e nelle cosiddette “community”, sembra che ci sia una gara a chi manda meglio in vacca ogni discussione. Qualcuno prova a fare una domanda seria? Ecco subito decine di sciocchi che lo prendono in giro. Qualcun altro parla della passione che mette nei suoi giochi erotici? Immediatamente arrivano altri che gli ricordano che “non bisogna prendersi troppo sul serio e siamo tutti qui solo per divertirci”. E io rimango perplessa.

Se il paragone con il violinista non vi è piaciuto ne faccio un altro molto più terra-terra. Immaginatevi di stare facendo sesso con la persona che più desiderate al mondo… e proprio sul più bello questa si mette a raccontare barzellette. Voi come reagireste?
Personalmente, credo che un atteggiamento simile farebbe passare ogni voglia anche alla più assatanata delle pornostar. Eppure, se si guarda sul Web, l’approccio di tantissima gente nei confronti dell’erotismo della dominazione, per non parlare del feticismo, è lo stesso. Già gli antichi dicevano che il riso abbonda nella bocca degli stolti, però vedere che in tanti secoli non è cambiato nulla è un po’ deprimente. E anche questo è un motivo per cui non mi si vede mai partecipare a quei forum: come dicevo, prendo ciò che mi appassiona molto sul serio.

Dalla parte opposta della barricata c’è però anche chi ha un’idea terribilmente funerea di certi passatempi. Forse li avete presente anche voi: sono quegli individui convinti che per giocare con le sensazioni estreme si debba essere cupi e tristi come morti viventi, o peggio ancora sempre arrabbiati o disgustati dal mondo. Ma come ci si potrebbe divertire con un atteggiamento simile?
L’erotismo è sensualità, piacere (anche quando questo nasce magari dal dolore), godimento della mente se non anche del corpo… e che piacere potrebbe mai esserci in un’atmosfera da catacomba? A volte un po’ di scenografia può anche starci bene, ma attenzione a non confonderla con l’angoscia di un film dell’orrore!

Se scrivo tutto questo è perché una buona parte degli ospiti del mio studio ama esplorare con me situazioni di grande serietà: scenari infermieristici, giochi di crudele calpestamento sotto i tacchi, dominazione a volte anche molto dura… e quindi è abituata a vedermi in una veste adeguatamente severa. Questo fa anche parte del mio naturale carattere dominante, ma ciò non significa che sia una specie di extraterrestre che non sorride o non si rilassa mai. Semplicemente, c’è un luogo e un momento per tutto, e una Signora sa quale comportamento tenere in ogni occasione.
A parte il fatto che ci sono anche molti giochi in cui è senz’altro più bello tenere un approccio un po’ più morbido, come per esempio tante pratiche di adorazione dei piedi, o alcuni tipi di teasing and denial (andate a cercarne il significato, pigri!), le occasioni in cui sciogliersi non mancano di certo. Lo sa bene chi ha avuto l’onore di accompagnarmi a una soiree, tanto per dirne una. Il fatto che indossasse una cintura di castità sotto lo smoking, o qualcun altro dei miei giocattolini, non vuol certo dire che io non fossi radiosa…

Poi ci sono naturalmente anche momenti in cui, senza rinunciare a un briciolo della dignità che mi contraddistingue, mi si può incontrare in versione ancora più amichevole. Uno di questi risale allo scorso luglio, ed è un’occasione che si ripropone ormai da qualche anno con mio grandissimo piacere.
Mi riferisco all’ormai tradizionale cena estiva alla quale partecipano miei amici e anche devoti schiavi provenienti da tutta Italia. A organizzarla è il carissimo Zorz, sempre impeccabile nella cura di ogni dettaglio e gradevolissimo nell’amore che ha tanto per la buona tavola quanto per l’erotismo più raffinato.

Si tratta di un appuntamento nato da un normale invito per sfuggire alla calura estiva con un banchetto di pesce in una deliziosa località, che abbiamo replicato anno dopo anno invitando ogni volta qualche persona in più – selezionata com’è ovvio fra le più meritevoli. Questa volta eravamo in sedici, e ci sono state ampie occasioni di ridere, divertirsi in molti modi e passare in generale delle bellissime ore in ottima compagnia. Figuratevi che ormai anche il personale del locale si è rassegnato alle nostre piccole stranezze, e ha imparato a non fare caso agli strani rumori che giungono di tanto in tanto dal nostro tavolo.
Se volete vedere Madame in pieno relax, momenti come quelli sono l’ideale. Non certo nella sacralità del mio studio, o durante una performance o nel corso di un fetish party: come dicevamo prima, quelle sono situazioni che meritano tutto il rispetto possibile, anche con l’attenzione e la concentrazione che meritano situazioni eccezionali.

L’unico problema, se vogliamo metterla così, è che col trascorrere degli anni il passaparola attorno alla nostra cena estiva ha raggiunto fin troppe persone: tanti vorrebbero partecipare a un evento così speciale, ma non si può certo lasciarlo trasformare in una sagra di paese! Se per caso fate parte anche voi dei tanti candidati che quest’anno non hanno ricevuto il mio invito, forse potreste fare tesoro di qualche suggerimento utile.
Il primo è di non aspettarvi di poter accedere a una tale ristretta cerchia di amici se non ci conosciamo più che bene. Quel che dico sempre anche ai tanti che mi si propongono come schiavi a tempo pieno o come servitori specializzati in compiti delicati è che rapporti speciali richiedono una fiducia speciale, e la fiducia si costruisce solo col tempo. Un’altra indicazione utile è di ripassare le buone maniere: non stiamo parlando di un pic-nic qualsiasi (che comunque avrebbe anch’esso le sue regole) e quindi è il minimo fare un po’ di bella figura. Poi vi converrà convincermi che possa valere la pena avervi al mio fianco… per caso siete ottimi camerieri, o autisti perfetti, o soavi intrattenitori, o avete qualsiasi altra caratteristica che meriti?

Se dopo avere fatto il proverbiale esamino di coscienza desiderate ancora candidarvi, i modi per contattarmi li trovate nell’apposita pagina del mio sito. Se invece vi siete resi conto di avere qualcosa da imparare… beh, piccini miei… ormai dovreste sapere che conosco ottimi metodi rieducativi, no?

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