Cartoline da Parigi (la prima)

Eccomi di ritorno da Parigi. Quando si fanno viaggi così di cose da raccontare ce ne sarebbero sempre fin troppe, quindi per il momento mi limiterò a un rapido riassunto dei punti salienti – che come sempre dovrebbero darvi qualcosa di interessante su cui ragionare…

Prima di tutto, cari i miei “devotissimi” italiani, sappiate che avete fatto una figura da cialtroni sbeffeggiati (moralmente, perché nella realtà non se lo sarebbe mai permesso) dallo schiavo-autista che mi ha accompagnata durante tutta la mia permanenza francese. Sto parlando di una persona incontrata alla Nuit Dèmonia dell’anno scorso, con cui avevo scambiato poche parole ma che si era premurato di lasciarmi il suo biglietto da visita, raccomandandosi di chiamarlo se avessi mai avuto bisogno di un’auto privata.
Perché possiate capire meglio sarà meglio che spieghi una cosa. Naturalmente qui in Italia ho un paio di servetti fidatissimi che convoco ogni tanto se ho bisogno di uno chaffeur, magari per una serata di rappresentanza o anche solo per il gusto di farmi scarrozzare da uno schiavo di classe – magari con qualcuno dei miei diabolici strumentini nascosto sotto l’uniforme. Si tratta però di amici ultracollaudati, che hanno dimostrato nel corso di anni di meritare la mia fiducia e di essere affidabili, seri, professionali e così via.

Poi ci sono le decine di altri “aspiranti autisti”. Evidentemente è una fantasia molto diffusa quella di poter portare a spasso una Dominatrice come me… ma il problema è che per tutte queste persone resta solo una fantasia. Non perché io non sia interessata, figuriamoci. Il fatto è che dopo avere giurato tutta la loro disponibilità (entro determinati giorni e orari, ovviamente, perché bisogna pure essere ragionevoli) hanno l’abitudine di sparire adducendo le scuse più pietose.
Altri fanno sì da autista, ma non hanno un minimo di professionalità sia nel modo di comportarsi, sia nel look, sia nel conoscere le strade né a volte nemmeno di saper guidare decentemente. Per non parlare di quelli che vorrebbero che affidassi loro la mia, di auto! Naturalmente tutti costoro vengono immediatamente segnati nella mia lista nera e perdono ogni possibilità di rientrare in contatto con me, ma potete quindi capire il perché non abbia molte aspettative quando sento parlare di autisti.

L’amico parigino, invece, pur essendo stato chiamato all’ultimo minuto e senza troppa convinzione, si è rivelato davvero encomiabile. Un vero esempio di come dovrebbe comportarsi uno schiavo: dare una disponibilità chiara e realistica, mantenere la parola e non pretendere nulla in cambio. Sta poi al buon cuore e all’intelligenza della Dominatrice premiare chi lo merita, e posso assicurarvi che lui il suo premio l’ha avuto. Piangeva di gioia, il piccino!
Prima di quel momento però mi è stato davvero utilissimo per il mio inevitabile giro di boutique fetish, dalle quali non sono propriamente uscita con un piccolo pacchettino. In effetti, quando al ritorno è venuto il momento di pesare le valigie la bilancia ha segnato 85 kg di bagagli… solo per quelli che contenevano i miei nuovi acquisti.

Di questi abiti, calzature, strumenti e altre piccole sorprese probabilmente vi parlerò in futuro (magari facendovi anche vedere qualche mia foto mentre li indosso, che ne dite?), ma visto che stiamo facendo un resoconto di viaggio sarà meglio concentrarci per ora sui negozi veri e propri.
Si parte naturalmente dalla Boutique Dèmonia, spostatasi da poco in una nuova sede ma rimasta sostanzialmente identica a prima. Ciò non vuol dire che non meritasse la visita, anzi! L’amica Laurence, che la dirige, continua a selezionare il meglio per gli amanti del BDSM e ha persino ampliato il reparto libreria, in cui si trovano titoli piuttosto rari (per noi italiani) e interessanti. Naturalmente si tratta anche del punto di partenza per ogni shopping feticistico, e non ho mancato di acquistarvi qualche capo e accessorio molto carino. Ogni volta che ci torno purtroppo mi deprimo anche un po’ a fare il confronto con le dimensioni dei pochi negozi italiani… ma d’altra parte stiamo parlando della più importante fetish boutique di Francia.

Vi risparmio naturalmente le descrizioni dei negozi “minori” e dei laboratori di alcuni artigiani specializzati nel realizzare creazioni meravigliose, ma che mantengono un giro di clientela estremamente elitario e non desiderano quindi essere pubblicizzati in alcun modo. In compenso merita una citazione un altro importante negozio fetish, Phylea. No, non mi sono dimenticata di mettere il link: semplicemente questa boutique non ha bisogno di siti web, perché la sua produzione è piuttosto limitata e particolare, e gli estimatori (ma soprattutto le estimatrici) di solito prenotano le sue creazioni uniche con anni di anticipo.
Cosa ha di tanto speciale, dite? Beh, è “solamente” il luogo in cui nascono alcuni fra i corsetti più spettacolari del mondo, spesso usati per video musicali, immagini pubblicitarie e così via. Parte degli abiti del film Moulin Rouge, per esempio, viene da qui. Nonostante questo Phylea vende anche alcuni capi più “normali”, per così dire, e infatti ho approfittato della visita per prendere un mantello in latex di Demask che completa in modo fantastico un abito che avevo già in guardaroba.

La terza tappa della nostra cronaca si trova pochi metri più avanti. Si tratta di Metamorph’Ose, un luogo molto particolare che nasconde alcuni dei suoi migliori segreti nel grande sotterraneo, pieno di abiti e calzature fetish che spesso risultano molto originali. Esaminare con la giusta attenzione l’offerta dei posti che ho citato è stata una esperienza gradevolissima ma anche abbastanza stancante, sia per me che per l’autista che mi ha dovuta attendere in una condizione non proprio comodissima… che è stata un ottimo motivo per prendermela con calma.
Vedo però che avevo proprio ragione all’inizio del post, quando dicevo che c’erano molte cose da raccontare. Non ho praticamente ancora iniziato e ho già scritto così tanto… Sarà allora meglio smettere qui, e riprendere la prossima volta con il racconto di un aperitivo indubbiamente eccezionale, con un personaggio che merita di essere raccontato senza costrizioni di spazio. Ci vediamo tra qualche giorno, piccini…

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