Società segrete

Mi è capitato di recente di rivedere il film Eyes wide shut, o meglio una sua parte. No, non si trattava della famosa “scena dell’orgia” e se non l’ho guardato fino in fondo è stato solo per via di un impegno che mi attendeva, ma visto che quella scena mi viene citata spesso ho pensato che sia venuto il momento di parlare un po’ di… sette segrete di dominatrici.
Scelgo questo argomento perché è uno di quei temi che tendono a ripresentarsi con una certa regolarità nelle domande sia di persona che via email di chi mi si rivolge. Non tutti i giorni, certo, ma con abbastanza frequenza da giustificare un post che chiarisca le idee una volta per tutte. E per farlo converrà cominciare come sempre dal principio.

Quando una persona mi chiede appunto informazioni su “quelle società segrete in cui si fa dominazione… sa, come quella di quel film di Kubrick” di solito ha in mente un’immagine abbastanza precisa. Un lussuoso castello, una villa o una tenuta principesca, in cui decine e decine di donne bellissime (e ricchissime, e possibilmente di nobile famiglia) passano le loro giornate a organizzare e partecipare a complicati tableau erotici. In genere il luogo è la sede di qualche misterioso club al quale si accede solo per invito, che “naturalmente” esiste da decenni se non secoli ed è riservato solo a persone di un certo livello o come minimo estremamente cultrici di un certo tipo di sessualità.
Che si fa in questi posti? Semplice: si viene serviti e riveriti da schiavi e schiave in quantità, si passano i pomeriggi in lieti intrattenimenti porno-intellettuali e alla sera – dopo cene meravigliose e succulente, in saloni stile reggia di Versailles – si tira tardi in colossali orge basate su rituali assai spettacolari e abusando degli schiavi citati poco fa, che ovviamente vivono nelle segrete del luogo, addestrati giorno dopo giorno da crudeli dominatrici.

Avete riconosciuto la situazione, no? D’altra parte ne avete letto, sognato e sentito parlare un sacco di volte, quindi è solo logico che una Dominatrice come me sappia tutto di questi posti e probabilmente faccia parte (magari come fondatrice) di un paio di queste istituzioni. Dopotutto se non vi sono coinvolta io, che ho persino uno studio attrezzato con camere di tortura e ambulatorio sadomaso… O no?
In effetti però la risposta è “no”, e adesso vi spiego perché.

Intanto: quando si va a indagare un po’ su chi fa queste domande viene fuori che le fonti cui si riferisce sono sempre le stesse:
La scena dell’orgia misteriosa di Eyes wide shut, appunto;
L’ambientazione del libro Storia di O;
L’OWK nella Repubblica Ceca;
I film e le foto di Cruella, ma questo vale solo per chi passa molto tempo su Internet.

È chiaro che queste ispirazioni nascano a loro volta da desideri molto diffusi e uguali un po’ in tutto il mondo, però trovo piuttosto curioso che quattro “cosette” abbiano generato una simile leggenda urbana. Già, perché purtroppo proprio di pura leggenda si tratta. Vediamo caso per caso…

Per quanto riguarda il primo caso basta usare un po’ il cervello per rendersi conto che situazioni del genere semplicemente non si possono realizzare concretamente. Avete mai provato a organizzare un semplice compleanno per una trentina di persone, o una festa di laurea? Allora sapete di di sicuro quanto è difficile mettere d’accordo anche un numero limitato di persone… e per fare qualcosa di assolutamente “normale”.
Adesso provate a pensare che razza di pasticcio sarebbe coinvolgere almeno un centinaio di persone, trovare il posto adatto, costumi, personale, eccetera. E non è finita: bisogna anche istruire tutti in modo che ognuno conosca la cerimonia e il suo svolgimento, e sperare che non si faccia prendere dall’emozione e combini qualche guaio. E a proposito… se c’è una cerimonia ci sarà anche qualcuno che l’ha studiata e ne ha preparato la regia… È un lavoro che fate voi?

Ma c’è di peggio, fidatevi. Per esempio preoccuparsi che non ci siano infiltrati, oppure assicurarsi che tutti siano sempre consenzienti per non rischiare una querela la mattina dopo, o anche solo semplicemente fare in modo che il modo di vivere la sessualità di tutti i partecipanti sia perfettamente “compatibile”, altrimenti finirebbe con qualcuno che va in bianco, altri che “rubano la scena” e così via. Per non parlare dei costi di mettere su un baraccone simile.
I più arguti potrebbero a questo punto obiettare che però su Internet ogni tanto compaiono dei siti di organizzazioni, club e associazioni che dicono di fare proprio questo: organizzare meravigliose serate all’insegna della trasgressione. Ed è vero: peccato che poi la realtà sia infatti un bel po’ diversa. Se non mi credete potete guardare questo servizio, realizzato da dei personaggi che di solito trovo molto sgradevoli ma ogni tanto risultano utili - le Iene, che sono andate a riprendere proprio quel che accade agli incontri di quella gente.

Del mito di Histoire d’O avevo già scritto un po’ di tempo fa, ma lo sbugiardamento è molto simile a quello che ho appena descritto. In effetti, le difficoltà d’organizzazione sono esattamente le stesse… con l’aggiunta del problema di trovare sia un tot di persone capaci di vivere in continua schiavitù per lunghi periodi di tempo, sia altre persone capaci di gestirle, sia qualcuno che paghi i costi astronomici di tutto questo.
Niente da fare, insomma, per chi si aspettava di ricevere un cartoncino nella buca delle lettere e venire invitato in qualche castello a usufruire della schiava o della Padrona dei suoi sogni.

E dell’Other World Kingdom cosa possiamo dire? Naturalmente tutto il bene possibile, perché è evidente che qualcuno abbia fatto un enorme sforzo per cercare di realizzare un posto davvero da sogno. Se non lo conoscete seguite il link ma soprattutto fate una ricerca nel mio blog, perché ne ho già parlato tempo fa e ne ho un’opinione piuttosto buona… con un “ma” bello grosso, però.
Il dubbio riguarda una notizia che mi è giunta qualche settimana fa e che mi risulta essere proprio vera, anche se non ancora confermata. Pare infatti che l’OWK voglia chiudere i battenti per diventare solo un set cinematografico. Probabilmente verranno ancora organizzati dei brevi periodi di “vacanza” occasionali, ma sembra che il sogno sia destinato a finire a meno che qualcuno non decida di finanziare tutta l’operazione – che però è nettamente in perdita. Il motivo? Sempre lo stesso: realizzare grandi fantasie richiede impegno e disponibilità rare, senza le quali lo scontro con la realtà quotidiana risulta schiacciante.
Cruella, invece, è stata sin dall’inizio concepito come un’attività “virtuale” a uso delle macchine fotografiche, quindi questi problemi non li ha.

A conti fatti, pertanto, la risposta è una sola. Le “società segrete della dominazione” non esistono. Vi sorprenderà scoprire però che secondo me questo non è affatto un male.
Penso infatti che la cosa più bella dell’erotismo estremo sia giocare con le proprie fantasie, esplorare i propri sogni e impegnarsi a realizzarli pian piano. È un po’ come per i viaggi: spesso la fase in cui vengono organizzati e sognati è forse ancora più bella di quando si parte davvero, poi c’è un altro lungo momento di piacere nel rivivere i ricordi del viaggio e condividerli con chi ci è più caro.
Se le cose stanno così, però, per divertirsi e vivere emozioni speciali non serve nessun club misterioso con messe suonate al contrario: bastano tanta passione e le persone giuste con cui lanciarsi in piccole esplorazioni dei propri sogni. Forse non si avrà a disposizione un castello (anche se ho un amico che ogni tanto mi cede la sua villa nobiliare, con un parco privato che è l’ideale per i pony-slave…) ma con un po’ di fantasia – e la Dominatrice giusta – ci si può sentire nella reggia più grande del mondo.

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