24/7 (Prima parte)

In uno dei primi post di questo blog (e non c’è niente da fare: questi termini mi fanno sempre sentire come un extraterrestre da fumetti…) avevo promesso che prima o poi avremmo dovuto parlare di relazioni 24/7, cioè a tempo pieno. Pochi giorni fa un emerito sconosciuto mi ha fatto l’ennesima proposta di “diventare un oggetto di mia proprietà per sempre”, e quindi credo che i tempi siano maturi per tornare sull’argomento.

Partendo come sempre dall’inizio, varrà la pena ricordare che la sigla “24/7” significa “ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette”. Come dire disponibilità continua, un po’ come quei supermercatini aperti anche la notte che infatti negli Stati Uniti vengono chiamati proprio con la stessa abbreviazione.
Non c’è bisogno di dire che l’ideale di sottomettersi definitivamente e per sempre a una Dominatrice è un vero classico. Credo che non ci sia niente di strano: la gente dopo tutto considera del tutto normale aspirare all’amore eterno… e considerato che le emozioni date da un rapporto di dominazione sono di norma molto più coinvolgenti di quella recita ispirata all’immaginario di Tv e pubblicità che viene erroneamente definito “amore”… perché no?

Sono convinta che chi pratichi BDSM faccia parte degli ultimi veri romantici. Come altro si può chiamare affidarsi così completamente a un’altra persona, venerarne ogni capriccio, adorarla come una divinità, lasciarsi plasmare secondo i suoi desideri, superare con gioia terribili sofferenze solo per compiacerla? Romanticismo, non c’è dubbio.
Siccome però cercare gli estremi fa parte della natura di ogni passione, ecco qui che nasce l’aspirazione al 24/7, alimentata anche da tanta pornografia più o meno ben fatta. Chi può mai restare insensibile di fronte all’immagine di una vittima tenuta in catene nei sotterranei della Padrona? Chi non trova morbosamente eccitante l’idea di una schiavitù senza via di fuga, alla mercè di una tiranna sexy e crudele?

È così che, giorno dopo giorno, la mia cartelletta “24/7” si riempie di proposte provenienti da uomini e donne di tutte le età, provenienza geografica, estrazione sociale ed esperienza di dominazione. Tutti che vogliono diventare miei schiavi full time. Anzi, a dire la verità, tutti che vorrebbero diventare schiavi full time di una Dominatrice qualunque, purché disposta ad accettarli al proprio servizio permanente.
Già, perché uno dei primi miti da sfatare è che la pulsione verso la sottomissione assoluta sia dovuta al fascino di una particolare persona. È chiaro che capitano anche casi in cui il motivo è proprio quello (basti pensare ai tanti amori tragici che hanno costellato la storia umana), ma in genere le cose stanno un po’ diversamente.

Secondo la mia non piccola esperienza, nella maggior parte dei casi la molla che spinge queste entusiaste “proprietà umane” è puro egoismo. Non c’è niente di male, sia chiaro: tutti noi facciamo quasi tutto quel che facciamo per soddisfare i nostri bisogni personali, quindi è del tutto comprensibile.
Stando a quello che ho visto, le persone interessate ai rapporti 24/7 appartengono soprattutto a tre tipologie di carattere.

La prima è quella di chi ha già qualche esperienza di sottomissione, si trova in un momento difficile o particolarmente stressante della propria vita, e in maniera più o meno cosciente è in cerca di una via di fuga dalle pressioni delle responsabilità e delle scelte fatte. È difficile che ci sia l’introspezione necessaria per ammetterlo, ma il desiderio è semplicemente “voglio scappare, spegnere il cervello e perdermi in un mondo che mi piace e in cui non devo fare altro che eseguire gli ordini di qualcuno che sa perfettamente come gestirmi”.
È un po’ la stessa mentalità di chi sceglie la carriera militare o prende i voti religiosi: naturalmente ci possono anche essere motivazioni molto nobili quali volere aiutare l’umanità o cose del genere… ma è evidente che il mondo può essere aiutato anche senza bisogno di rifugiarsi in una vita completamente irregimentata, che elimina la personalità individuale riducendo un essere umano a rotella di un meccanismo molto più grande di lui.

Un altro tipo frequente di mentalità è quella di chi invece il BDSM non lo conosce affatto. Magari non ha nemmeno mai provato a farsi legare i polsi da un’altra persona, ma già fantastica di vette eccelse – forse proprio perché non si rende conto di quanto possa essere difficile scalarle. Il ragionamento non è tanto diverso da quello che fanno i bambini quando vedono un atleta in televisione: “voglio diventare come Totti!” strillano, e si fanno iscrivere dai genitori in una scuola di calcio.
Quello che un bambino non può capire è che i calciatori della Nazionale sono i più visibili e spettacolari di tutti, ma quegli 11 ragazzi sono solo una frazione microscopica delle centinaia di migliaia di appassionati di calcio che, per la maggior parte, non solo non riescono a segnare manco una rete, ma fanno persino fatica a giocare una partita intera senza stramazzare a terra senza fiato. Qui la cosa è la stessa: uno guarda qualche sito Internet in cui viene messo in scena un rapporto totalitario e assoluto, e pensa che per essere valida ogni storia di dominazione debba essere così.

L’ultimo tipo di “cervello da 24/7” è quello completamente scollegato di chi vive in un mondo di fantasia, senza tenere in minima considerazione le leggi scientifiche che governano il mondo. “Per Lei vivrò sempre nudo e in catene, Signora,” mi dicono… E io penso semplicemente al fatto che i vestiti li hanno inventati per dare al corpo umano quel tipo di protezione e di calore di cui tutti hanno bisogno. Suppongo che in effetti si possa stare anche nudi tutta la vita, ma a prezzo come minimo di continui raffreddori e bronchiti, considerato che abito a Brescia e non su un’isola tropicale.
“Non mangerò altro che i Suoi divini escrementi, Padrona,” e l’infermiera che è in me scoppia a ridere pensando alle condizioni in cui finirebbero fegato e reni di qualcuno che facesse veramente una cosa del genere. Probabilmente bisognerebbe portarlo d’urgenza in un reparto dialisi prima ancora che il resto del corpo crollasse per il mancato apporto calorico e la disidratazione…

Facciamo quindi un paio di conti con la realtà. Nel primo caso, quello dei “fuggitivi”, il fatto è semplicemente pratico: cosa mai potrebbe convincermi a farmi carico della vita di un’altra persona completamente passiva? Attenzione: passivo e sottomesso sono due cose diverse. Il punto è che di una larva non me ne faccio niente, e anzi sarebbe per me una gran palla al piede. Quello che potrebbe servirmi è – e infatti nella mia vita c’è già chi ha questo ruolo – un maggiordomo fatto e finito, cioè qualcuno capace di prendersi carico di assolutamente tutte le piccole difficoltà quotidiane.
Questo tipo di schiavo dovrebbe fare tutto, dall’andare a fare una spesa oculata al gestire un menu equilibrato, sano, vario e di qualità. Dovrebbe gestire il lavaggio e la stiratura dei miei capi e della biancheria, tenere la casa in ordine perfetto, curare la mia agenda degli impegni, aiutarmi a ottimizzare la vita sociale, farmi da autista (e naturalmente curare tutto ciò che riguarda le mie auto), da traduttore e interprete, da segretario, da sveglia, da consulente per lo shopping, da estetista, da uomo di fatica, da idraulico ed elettricista, essere un ottimo conversatore e un attento investitore… devo andare avanti? La lista sarebbe infatti ancora molto lunga, ma credo che già così sia sufficiente per far realizzare che essere un vero schiavo a tempo pieno è un compito estremamente carico di responsabilità, altro che una vacanza!

Secondo caso: i pochi veri schiavi 24/7 (che oltretutto di solito sono donne e non uomini) che compaiono “pubblicamente” in giro sono effettivamente delle eccezioni incredibili, tanto quanto il Totti della situazione. Per arrivare a quei livelli hanno impiegato molti anni di disciplina assoluta, e non parlo solo di prendere frustate. Soprattutto hanno avuto una costanza invidiabile nel perseguire i loro scopi. Come tutti i “grandi”, di qualsiasi campo essi siano, queste persone hanno rinunciato a mille altre cose pur di inseguire il proprio sogno, o forse dovrei dire vocazione.
Bisogna però ricordare che per ogni capocannoniere della Nazionale ci sono mille e mille amatori che si divertono un mondo a giocare una volta ogni tanto insieme ai propri amici… e spesso trovano anzi molto più piacere in questo che un professionista, che è invece sovrastato da impegni, obiettivi, ossessioni, competizioni, allenamenti costanti e così via. La realtà, insomma, è che non bisogna confondere l’eccellenza con la normalità. Credo che fra chi ama l’erotismo estremo siano ben pochi quelli che non guardano con ammirazione i rapporti 24/7, ma ciò non vuol dire che si debba per forza fare quello o nient’altro.

Sul terzo caso è meglio stendere un velo pietoso. Di sciroccati è pieno il mondo, dopotutto, e potete star sicuri che presentarsi con uscite esagerate come quelle che ho citato è il modo migliore per non ottenere mai un’udienza con me.

Uff… come al solito le cose da dire sarebbero ancora moltissime ma ho già scritto fin troppo. Per questa volta allora mi fermo qua, dandovi però appuntamento al prossimo post per la conclusione dell’argomento “24/7”. Per eliminare ogni dubbio sarà infatti meglio che vi descriva come è la vera vita di uno schiavo full time… e credo che l’esperienza vi aprirà gli occhi su un mondo che non immaginate neanche.

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