Le stranezze, gli strani e le strane

Quando la volta scorsa ho accennato all’assurdità di certe persone che mi contattano ho involontariamente scoperchiato un bel vaso di Pandora, mettendomi in una posizione un po’ difficile. Da una parte infatti la privacy dei miei clienti è più che sacra e non andrei mai a raccontare a nessuno informazioni riservate su di loro; dall’altra è abbastanza impossibile parlare della mia vita senza citare almeno di sfuggita le persone che mi accompagnano nell’esplorazione dell’erotismo della dominazione. E c’è di più.
Inutile infatti negarlo: chi conosce la mia attività prima o poi finisce sempre col dimostrare una gran curiosità nei confronti delle “stranezze” che accadono nel mio studio. Bisogna dire che spesso la fantasia supera di gran lunga la realtà, però non c’è dubbio che in effetti qualche episodio divertente capiti di tanto in tanto – come hanno raccontato anche molte altre Dominatrici.

Il caso più clamoroso credo sia quello citato da Maitresse Francoise, la celebre Padrona parigina, nel suo ormai introvabile libro di memorie. Si tratta di un cliente che andava da lei per realizzare la fantasia… di essere un tacchino il giorno di Natale!
Quindi bondage stretto, “farcitura”, teglia, patatine novelle e segregazione in un angusto spazio buio e caldo per qualche tempo… ogni tanto una passata di glassatura, e infine… servito in tavola. Pare che lei non usasse coltelli da cucina ma solo forchettoni con cui stuzzicarlo – ma in ogni modo credo che sia difficile superare questo livello di originalità.

Non dovete però pensare che una professionista seria si prenda gioco di alcuna fantasia, nemmeno quelle più insolite. Naturalmente ognuno di noi ha i propri gusti e neanche io trovo stimolanti tutti gli scenari possibili, però vivo ogni incontro come un’opportunità di scoprire situazioni e sensazioni nuove. La maggior parte delle volte la parte più bella di un appuntamento non consiste nei gesti, nelle ambientazioni o negli abbigliamenti, ma nell’entrare in sintonia con psicologie sempre diverse. Può così capitare che anche il giochino più semplice venga vissuto con una tale intensità da provocare emozioni molto profonde, o che un’idea apparentemente assurda si riveli un’esperienza indimenticabile.

Mantenere la mente aperta è sempre una buona cosa, nel BDSM come in ogni altro contesto. Gli unici limiti che pongo, come saprete se avete letto con attenzione il mio sito, sono quelli dettati dal buon senso: con me non si fanno cose illegali, pericolose per la salute (anche mentale) o che possano avere conseguenze indesiderate sulla vita quotidiana al di fuori del gioco.
Ciò nonostante trovo davvero incredibile quante persone mi si rivolgano per realizzare idee tremendamente autolesioniste, a volte al confine con la patologia. C’è chi viene da me volendo farsi castrare, praticare amputazioni o farsi ricattare e rovinare economicamente… e fanno sul serio! In questi casi Madame diventa soprattutto una psicologa, che – solo con le persone più ragionevoli – aiuta a comprendere i motivi di certi comportamenti e come dirigere pulsioni così forti verso obiettivi più produttivi e positivi.
Spesso basta una chiacchierata a quattr’occhi per far capire a questi individui cosa stanno rischiando; a volte può essere utile costruire per loro uno scenario di fantasia in cui possano esplorare le conseguenze di certe fissazioni (e cambiare idea). Di solito quando escono dal mio studio sono molto più sereni ed equilibrati… ma ogni volta mi chiedo cosa potrebbe accader loro se invece che rivolgersi a una professionista con una sua etica, come lo sono io, fossero andati dalle tante “pseudo-mistress” che impestano il mondo della dominazione.

Non mi piace parlare male di altre persone, ma non posso far finta di non avere visto tanto in Italia che all’estero molte cosiddette dominatrici che erano poco più che prostitute in cerca di gloria, o ragazzine in cerca di arrotondare. Non è solo un problema di fare le cose senza passione e di conseguenza senza divertimento per nessuno, ma anche di tecnica, di rispetto delle persone con cui si gioca, di serietà.
Io per esempio non mi faccio grandi problemi a calpestare uno zerbino umano, anche con i miei acuminati tacchi a spillo. Però a parte essermi fatta una bella esperienza ho anche studiato dove e come sia possibile imporre il proprio peso, dove invece sia pericoloso e perché. E invece? E invece vedo ragazzotte che letteralmente saltano sul ventre di poverini troppo trascinati dagli ormoni per rendersi conto di quanto rischino, che piantano tacchi nei reni, che schiacciano colli e – almeno in un caso – hanno fratturato una costola a una persona! Questa leggerezza criminale nel praticare certi giochi non si limita solo al calpestamento… di storie dell’orrore potrei raccontarne a centinaia, ma non mi sembra il caso.

Per ora diciamo solo che di “gente matta” ce n’è da entrambe le parti: tanto fra i clienti quanto fra le Dominatrici. Per fortuna credo di avere tutte le rotelle al loro posto, e i miei splendidi amici continuano tutti a restare in perfetta salute.

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