Moda sotto chiave


Sembrerà incredibile, ma anche nella dominazione ci sono delle mode. All’improvviso tutte le persone che mi contattano mi chiedono di potere esplorare una fantasia molto specifica. Alcune volte è facile capire perché: per esempio quando vi fu lo scandalo della prigione di Abu Grahib scoppiò subito la moda degli scenari di interrogatorio militare (che in quel periodo mi sono rifiutata di esplorare, sia per una questione di buon gusto, sia per rispetto nei confronti delle vittime di vere violenze), oppure qualche estate fa quando sui settimanali scandalistici uscirono una serie di foto di “vip” che baciavano i piedi delle partner subito aumentarono anche le richieste di foot fetish. In tanti altri casi invece non riesco a capire quale sia l’elemento che fa scattare la moda… ma poco importa: è molto difficile che mi possa annoiare con questi giochi.

Una delle tendenze più recenti mi sa che ho contribuito a lanciarla proprio io con il nuovo sito, dove c’è anche una pagina dedicata alla castità forzata. Chi avrebbe immaginato un successo simile!
Naturalmente mi è sempre piaciuto mettere sotto chiave i genitali maschili… è così divertente vedere la frustrazione negli occhi di chi sa bene che, qualunque cosa faccia, non avrà alcuna speranza di potersi toccare o avere un orgasmo… fino a quando non lo deciderò io – e a volte posso avere dei tempi di decisione davvero molto lunghi.
Ma dicevo: è un gioco che ho sempre fatto, eppure mai come negli ultimi mesi ho ricevuto tante richieste di provare o almeno di informazioni su questa pratica erotica. Moltissimi mi scrivono o telefonano anche per chiedere notizie dello strumento raffigurato nella fotografia su quella pagina.

Visto che sono particolarmente di buon umore (non è difficile esserlo con un tappetino umano sotto la scrivania e un paio di decolléte a stiletto da 16 cm…) approfitterò allora del blog per cancellare ogni dubbio. Lo splendido apparecchio della fotografia è una Cb-2000, che secondo la maggior parte degli esperti è la miglior cintura di castità maschile mai inventata. Io naturalmente sono d’accordo, visto che è impossibile uscirne, permette di tenere le parti intime pulite senza doverla togliere e permette di fare pipì senza problemi (a parte doverla fare da seduti come una donna… ma non sarà una piccola umiliazione come questa a creare imbarazzo, no?).
Dal mio punto di vista inoltre è molto bello che sia abbastanza “aperta” da poter tormentare lo stesso ciò che contiene, e che sia abbastanza piccola da risultare una vera tortura in caso di erezione per chi ha un pene di buone dimensioni. Per chi non ama il dolore ce ne sono anche modelli più larghi, tutti descritti anche sul sito dell’azienda che li produce e vende.

Un’altra domanda che mi lascia ogni volta perplessa è se io abbia nel mio studio diversi modelli di questo strumento. Da una parte è un bel complimento vedere riconosciuta la mia passione per collezionare giocattoli erotici di ogni tipo… ma dall’altra mi chiedo che testa abbia una persona che mi chiede una cosa simile. Ma dico: va bene che dopo ogni incontro di gioco tutte le attrezzature utilizzate vengono lavate e sterilizzate (corde comprese, ovviamente… E per fortuna c’è una schiava-domestica che si occupa dei continui lavaggi), ma come si può pensare di condividere un oggetto simile? Vorreste davvero essere rinchiusi in una gabbietta in cui sono stati bloccati, magari per mesi, i gioiellini di qualcun altro? Mah…
Insomma, la risposta è no. Chi si rivolge a me per provare le sensazioni molto particolari della castità forzata deve procurarsi la propria cintura di castità personale. Se non vuole o non può riportarsela a casa non c’è problema: sarà tenuta nel mio studio in un armadietto personale. Se non può comprarsela da solo o non sa come fare non c’è ancora problema: posso acquistargliela io, purché abbia il buon senso di pagarla anticipatamente. E se ha il terrore di trovarsi nella necessità di toglierla rapidamente senza preavviso e di non avere la chiave (ovvio: quella la tengo io…) indovinate un po’? Non c’è problema: si possono usare anche lucchetti di plastica con un numero impresso a caldo. Per aprirli basta una forbice… ma siccome non si possono sostituire io saprò sempre della loro disubbidienza… con tutto ciò che comporta.

Superati tutti questi dubbi però il gioco può essere davvero molto eccitante per entrambi. Sono sicura che ve ne state già facendo un’idea. Quanto può durare, dite? Beh, è chiaro che è una cosa che si concorda insieme e su cui non si scherza. Ci sono un paio di schiavi che sono arrivati a sei mesi interi sotto chiave: se già prima erano disposti a tutto per soddisfare i miei desideri, ora sono pronti a fare anche l’impossibile!
Come sempre però conta il modo in cui vengono vissute le cose, più che i gesti e le pratiche stessi. Forse basterà mezza giornata per farvi capire di preciso quale sia il vostro ruolo. In ogni caso, la risposta esatta a “quanto può durare?” è sempre la stessa… “Quanto voglio io”.

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