Segreti in camerino

Tra qualche ora verrà un'auto a prendermi per portarmi a una cena sul lago. Aragosta, una villa con panorama perfetto e la più classica delle Rolls Royce: a lui piace l'eleganza classica, e grazie alle poltrone che detiene nei più influenti consigli d'amministrazione se la può decisamente permettere. Inoltre gli piace molto il latex, così credo proprio che gli farò una bella sorpresa con un abito arrivatomi pochi giorni fa dall'atelier inglese di Libidex.

Latex. Parola magica che accende immediatamente la fantasia e i desideri di innumerevoli uomini e donne in tutto il mondo; Pane quotidiano di modelle e fotografi fetish; Manna dal cielo per moltissime campagne pubblicitarie; Sogno proibito per chi purtroppo fa fatica ad arrivare a fine mese e sa che non potrà mai permettersi i capi più belli e raffinati, che a volte hanno prezzi con tre zeri (centesimi esclusi, sciocchini!).
Poi ci sono quegli aspetti del latex di cui non si parla mai, ma che in realtà sono il principale argomento di conversazione nei camerini delle feste fetish e BDSM, oppure quando ci si ritrova fra appassionati.

Per esempio: qual è il modo più comodo per indossarlo? (Risposta: c’è chi giura che basti cospargersi di borotalco, ma ultimamente si sta diffondendo la moda di usare lubrificanti siliconici anche sulla pelle, che costano di più ma contribuiscono anche a non rovinare il lattice) Quale è la sostanza migliore per lucidarlo? (Per comodità e risultato, tanti usano il polish in spray per i cruscotti delle automobili. Io preferisco sostanze apposite e soprattutto inodori)
E poi c’è l’argomento più gettonato di tutti, quello che nessuna fetish model ammetterà mai… il fatto che il latex è scomodo da morire! Bello, bellissimo, per carità… ma è un dramma da indossare, curare, togliere, ripulire…

Chiaramente la soluzione ideale è la mia. Basta tenere a portata di mano due schiavi-assistenti che si occupino di tutte queste problematiche, e il gioco è fatto. Però mi rendo conto che non tutte ne abbiano la possibilità, e comunque ciò non risolve la vera e più grande difficoltà. Sì, perché dentro un abito di lattice anche il più fanatico feticista suda, e molto.
L’effetto “seconda pelle” comporta che freddo e caldo si sentano amplificati e quindi ancora più fastidiosi – a meno di essere nelle condizioni di temperatura ideali, ma non è che capiti spesso. Quindi di cosa parlano tutte quelle splendide ragazze quando finiscono di essere fotografate? Cosa pensano le tante dominatrici alla fine dei loro incontri? Beh, sapete che sono sadica, quindi credo proprio che lo rivelerò.

Il pensiero più ricorrente è: “oddio, datemi una doccia o per lo meno un asciugamano!” E posso garantire per esperienza che spesso ho sentito condire questo concetto con grandi parolacce – anche da chi giura sul proprio sito web di adorare il proprio guardaroba in gomma più di ogni altra cosa.
Penso che ora vi sorprenderete se dico che sì, in effetti anche io amo moltissimo i miei abiti di latex. Probabilmente i tacchi a spillo e le mie fruste mi piacciono di più, tuttavia il lattice è piuttosto in alto nella mia hit parade personale. E naturalmente sono un essere umano e mi capita di sudare (non molto, per fortuna, ma…), però invece di limitarmi a lamenti inutili ho cercato una soluzione a tutti i problemi pratici.

Degli schiavi-assistenti ho già parlato. Per non trovarsi immerse in un bagno di sudore invece basta limitare la traspirazione, ovviamente. Per farlo è sufficiente essere in buone condizioni fisiche (come dire: fare tanta palestra), ridurre i liquidi nelle ore prima di indossare latex, seguire una dieta equilibrata e naturalmente evitare di agitarsi come scalmanate, specie sotto i riflettori.
Se pensate che siano cose ovvie dovreste vedere come si comportano invece tanti vostri miti del fetish quando sono a un party. In ogni caso, usando un po’ di cervello una soluzione si trova sempre. E poi c’è il segreto più importante.
L’ingrediente misterioso che permette di vivere bene l’abbigliamento in lattice è uno solo: amarlo davvero, e non solo negli slogan pubblicitari. Un po’ come per divertirsi a fare BDSM è necessario provare una vera pulsione dominante o sottomessa, e non basta atteggiarsi.
Chi certi look li sceglie solo in funzione di quanto guadagno economico possono portare è destinato a soffrire le pene dell’inferno: una claustrofobia che non auguro a nessuno, specie quando l’agitazione fa cominciare a colare quelle goccioline gelide lungo la schiena… Brr! Poi non c’è da stupirsi se le senti bestemmiare come camionisti bulgari appena entrano in camerino…

Pare proprio che ancora una volta il nocciolo della questione stia tutto lì: in quanto si “sente” davvero ciò che si fa.
E per quanto mi riguarda? Questo dovete dirlo voi, ma se tenete conto del fatto che nel mio armadio ci sono anche molti capi di latex che mi sono fatta realizzare su misura per poterli indossare anche nella normale vita quotidiana…

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