Capricci metereologici

Parlare del tempo sembrerà una banalità da vecchie comari, ma con il clima di questo agosto c’è poco da fare… impossibile ignorarlo! Lo sa bene un carissimo amico con cui mi sono incontrata qualche giorno fa, che del caldo e del sole ha fatto una passione e che mi ha autorizzata a raccontare la nostra curiosa avventura.
Il gioco, che avevamo studiato e preparato a lungo, si sarebbe eccezionalmente dovuto svolgere su una terrazza molto discreta e attrezzata in maniera particolare. Immaginate una superficie di mattonelle in cotto, una sdraio e un ombrellone per me, un frigobar pieno di delizie fresche… e quattro grossi anelli fissati al pavimento.

Gli anelli servono per agganciare delle belle polsiere e cavigliere che ho fatto realizzare su misura per questa persona e che ne mantengono così il corpo steso a terra, aperto a formare come una grande X. Trattandosi di un grandissimo amante dell’abbigliamento in lattice la X in questione sarebbe stata di latex rosso, sotto forma di una tuta intera (detta anche “catsuit”), un cappuccio dello stesso materiale e un corsetto dello stesso colore per rendere la visuale un po’ più piacevole.
Se state pensando che vestiti così sotto il sole c’è da morire dal caldo avete perfettamente ragione… anche perché lo scopo del gioco era proprio creare una costrizione di difficilissima sopportazione. Parte del divertimento sarebbe stata anche tormentare il mio povero “arrosto” con qualche goccia (non di più!) di bibita fresca – magari servita direttamente sulle dita dei miei deliziosi piedini – o qualche altra crudeltà. Detto fra noi, mi ero messa in borsa anche un sacchettino di sale grosso, che gli avrebbe sicuramente fatto piacere succhiare mentre io mi godevo un fresco gelato.

Prima di continuare vorrei ben chiarire una cosa. Evitate di seguire il nostro esempio, perché potrebbe essere molto pericoloso. In questo caso specifico io avevo a disposizione la mia formazione infermieristica per riconoscere quando fosse il momento di fermarsi senza provocare danni, per gestire un’eventuale rianimazione, per limitare ogni pericolo. Lui, d’altra parte, è un medico ben cosciente di quanto possa e non possa sopportare il corpo umano in termini di calore, insolazione e così via.
Detto questo, arriva finalmente il momento di andare a divertirsi. Mi preparo come se fossi dovuta andare in spiaggia, con una selezione di bei costumi, gli occhiali da sole, qualche rivista (fetish, naturalmente) da leggere, le creme solari e così via. Lui pensa a tutto il resto, e infatti mi fa trovare la terrazza pronta a puntino.

Arriva il momento di cambiarsi, naturalmente in stanze separate. Una passeggiata per me, e un tormento per lui che già fa una faticaccia a far scivolare sulla pelle sudata la gomma della tuta, nonostante ci sia l’aria condizionata accesa nella stanza adibita a spogliatoio. Naturalmente ne approfitto e mi diverto a tormentarlo un po’, dopodiché siamo finalmente pronti.
Saliamo in terrazza, disponiamo tutte le nostre cosine e visto che mi ero sporcata un po’ le suole dei miei sandali da mare gli faccio passare qualche (lungo!) minuto a ripulirmele con la lingua… e a questo punto si parte con il bondage.

Si tratta di una cosa molto veloce grazie anche ai moschettoni di sicurezza che abbiamo scelto, che si possono sganciare e agganciare anche quando sono sotto tensione in modo da permettermi un eventuale “salvataggio rapido”. In quel momento mi sono sentita un po’ come una bagnina, ma va beh.
Insomma, dopo un intero pomeriggio di preparazione ci troviamo esattamente nella situazione desiderata. Io mi diverto a stuzzicarlo, lui comincia a risentire della posizione (provateci voi anche solo a sdraiarvi su una terrazza rimasta tutto il giorno sotto il sole!) e tutto va nel migliore dei modi. Anzi, ancora meglio del previsto perché arriva un accenno di cielo nuvoloso, che filtrando il sole ci permetterà di prolungare ulteriormente il gioco.

C’è solo un piccolo problema. In capo a dieci minuti, proprio quando stavo cominciando a gustarmi gli sguardi disperati della mia vittima… le nuvole si addensano, la luce si affievolisce e comincia uno di quei temporaloni che, probabilmente, avete vissuto anche voi col mio stesso sbigottimento. Una furia d’acqua da far paura!
Ovviamente faccio la cosa più logica: mi metto il mio cappellone di paglia a tesa larga (un classico da mare) ed esco da sotto l’ombrellone per liberare il mio amico. Ma a quel punto noto una cosa: per quanto forte, la pioggia è piacevolmente tiepida. “Ok, vorrà dire che cambieremo gioco,” mi dico, e facendogli “ciao ciao” con la manina mi sposto con frigo e riviste nel vano delle scale che portano dentro l’edificio, da dove posso comunque tenerlo sotto controllo.

Benché lui facesse un sacco di scene sapevo benissimo che l’esperienza era più che piacevole. Se non avete mai provato a fare il bagno o stare sotto la pioggia vestiti di latex vi siete persi una delle sensazioni più sensuali di questo pianeta, ve lo assicuro. Ma non vi crederete che sia finita qui…
Come nei più classici cartoni animati comici si sente un rombo tremendo. Tutta una serie di tuoni fortissimi che annunciano che l’acqua sta per aumentare ancora… e infatti in pochi istanti arriva giù non solo pioggia a secchiate, ma pure qualche chicco di grandine!

Sarò stata cattiva, ma a quel punto non ce l’ho fatta più. Mi sono messa a ridere senza riuscire a smettere, mentre il mio amico frignava terrorizzato urlando ogni tanto un “ahia!” quando veniva colpito dal ghiaccio… una scena da sbellicarsi, che mi dispiace da morire di non aver potuto riprendere con una videocamera.
Per farla breve, pioggia e grandine hanno smesso nel giro di pochi minuti e sono andata a salvare quel poverino, che dopo avermi tenuto un po’ il broncio mi ha però confessato di essersi divertito un mondo nel sentirsi così alla mercé del tempo e della sorte, sapendo naturalmente che la mia presenza non gli avrebbe fatto correre alcun rischio vero.

Credo che questa storia dimostri bene come con un po’ di fantasia anche le occasioni più inaspettate possano trasformarsi in una fonte di sensazioni intense e alla fin fine piacevoli – anche perché il senso di vivere è proprio sperimentare ciò che la vita ha da offrirci. Però quest’avventura mi ha anche fatto venire in mente un giochino con cui potrei far passare il tempo ai miei lettori rimasti bloccati in città durante le vacanze… ma anche a quelli che sono in villeggiatura da qualche parte ma sentono la mancanza delle mie attenzioni.
Per il momento vado a farmi un tuffo in piscina. Voi procuratevi un nastro di carta adesiva, tipo quella che si usa per le mascherature quando si vernicia, e siate puntuali per il prossimo post. Ci rivediamo tra breve.

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