Dove sono schiave e Padrone?

Mettete due appassionati di BDSM nella stessa stanza e potete scommettere che entro dieci minuti cominceranno a lamentarsi di una situazione che, in effetti, infastidisce parecchio anche me: “ma come mai non si trovano mai schiave valide?” Se gli appassionati in questione sono di indole sottomessa la domanda si trasforma in “ma come mai non si trovano mai vere Padrone?”
Il tema di oggi è la risposta corretta, sincera e informata che potrebbe permettere a tante persone di dormire sonni tranquilli. Dico “potrebbe” perché in realtà è una risposta che conoscono benissimo anche loro, ma che più o meno inconsciamente si rifiutano di accettare. Fortuna che sono bravissima a fare accettare qualsiasi cosa…

Partiamo da un’osservazione logica: se qualcosa non si trova è perché o non esiste oppure è molto rara. L’esperienza insegna che evidentemente le Padrone esistono (eccomi qui!) e le schiave pure (su, non ditemi che non avete mai visto certi filmati che girano anche su Internet ed eliminano ogni dubbio…), quindi vuol dire che stiamo parlando di una merce rara.
La domanda allora diventa: come mai le donne che praticano seriamente il BDSM (ma anche le varie forme di feticismo) sono così rare? E naturalmente merita subito un approfondimento.

Cosa vuol dire “praticare seriamente” qualcosa? Secondo il mio personale dizionario significa probabilmente dedicarsi a una passione come l’erotismo estremo con grande passione e una certa costanza, dedicando una certa parte del proprio tempo ad affinare le proprie arti e i propri strumenti, che purtroppo hanno un costo e quindi richiedono almeno un minimo di investimento economico.
Un altro aspetto importante, anzi fondamentale, è mettere in pratica tutta questa passione e non limitarsi a coltivarla a livello di fantasia. Dire il contrario sarebbe un po’ come affermare che io sono una grande campionessa di Formula Uno solo perché sogno spesso di guidare una monoposto in pista. I sogni non bastano.

Se ricordate quanto ho scritto nei mesi passati, questa definizione è precisamente quella che applico anche nel caso di appassionati di sesso maschile, pertanto mi sembra che fin qui il ragionamento fili. Resta però un fatto: come mai nonostante tutti i puri sognatori ci sono numerosi schiavi e Padroni, mentre le loro controparti femminili vanno cercate con il lanternino?
Continuando a usare la logica, è ovvio che c’è qualche differenza non genetica, ma nel modo in cui i diversi sessi tendono a “praticare seriamente” secondo la definizione che abbiamo dato. Allora a questo punto basta analizzare la cosa punto per punto.

Forse le donne hanno meno passione per l’erotismo? Direi proprio di no: se fosse così la storia non sarebbe piena di personaggi come Saffo, Pauline Réage (l’autrice di Histoire d’O), Messalina, la contessa Bathory, o loro emule contemporanee che vanno da Melissa P a Isabella Santacroce, passando per Giovanna Casotto e così via. Se state pensando che stia citando personaggi un po’ troppo fuori dalla norma fate una semplice considerazione: in tutto il mondo esiste un’industria di centinaia di stilisti fetish. Se non ci fossero le clienti non ci sarebbe neanche un mercato. E così abbiamo anche coperto la questione degli investimenti economici.
Forse allora le donne non si dedicano allo studio di tutte quelle pratiche che amiamo tanto? Macché: dopo i 14 anni qualsiasi essere umano di sesso femminile è molto più smaliziato dei maschi della stessa età, e spesso anche molto più anziani. Evitatevi l’umiliazione di farmi dimostrare la cosa con esempi pratici, vi prego.

Forse il punto è la reticenza a mettere in pratica le proprie fantasie? No, non ci siamo neanche qui. È un dato dimostrato da innumerevoli studi di sessuologia che sono proprio le femmine a farsi molti meno problemi nello sperimentare nuovi giochi erotici.
Il motivo è semplicemente il rapporto col proprio corpo e le proprie sensazioni che deriva dai gesti della sessualità femminile. Chi nasce predisposta a un ruolo ricettivo scopre presto che anche una pratica come la penetrazione, che a pensarci bene è piuttosto assurda nel suo funzionamento, può dischiudere piaceri incredibili, così accetta facilmente l’idea di provare “l’effetto che fa” più o meno qualsiasi cosa.

Siamo quindi arrivati al nocciolo della questione. Dalla nostra analisi rimane fuori solo la costanza, che in effetti è un pallino tipicamente maschile. La maggior parte degli uomini tende a riprovare ogni cosa, anche se il primo esperimento è andato male. Le donne no: in genere preferiscono passare a qualcos’altro senza farsi troppe remore.
Consideriamo tutto ciò in ambito erotico. Quel che succede di solito è che una ragazza scopre l’esistenza del BDSM, si entusiasma, ci ragiona su, coltiva l’idea e cerca il modo di realizzarla. Poi però cosa accade? Che per un motivo puramente statistico incontra un partner (di solito uomo) che in realtà è interessato solo a copulare o magari ha anche tanta buona volontà, ma l’erotismo non sa proprio dove stia di casa. La ragazza dice “E io che mi ero immaginata chissà cosa… Tanta fatica per un risultato così misero? Meglio lasciar perdere”. E addio ai sogni di gloria.

Le cose vanno diversamente per le poche fortunate che hanno la coincidenza di incontrare un buon partner, oppure sono così consumate dal fuoco sano della passione da non lasciarsi scoraggiare al primo tentativo. Né al secondo, il terzo…
La pura realtà è che come ogni arte l’erotismo va affinato, coltivato, fatto crescere e soprattutto praticato. È un po’ come uno sport: per ottenere dei risultati apprezzabili è proprio necessario allenarsi. Quello che manca non sono le aspiranti atlete, ma l’equivalente degli impianti sportivi.

Gli impianti sportivi siete voi, cari i miei lettori. Finché non capirete che la responsabilità di far divertire le vostre compagne di giochi ricade quasi completamente nelle vostre mani ci sarà poca trippa per gatti. Provate allora non a lamentarvi, ma a essere voi i primi a fare i passi necessari per diventare partner desiderabili: competenti, brillanti, e soprattutto capaci di dare emozioni. Sapete che non credo alla presunta superiorità femminile, ma ci sono casi in cui l’inferiorità maschile è praticamente un dato di fatto.
Dove sono tutte le (poche) Padrone? Semplice: a divertirsi con schiavi capaci di emozionarle e contribuire attivamente alla buona riuscita di un incontro. Dove sono tutte le (pochissime) schiave? Ancora più semplice: al guinzaglio dei rarissimi Padroni e Padrone che sanno prendersi davvero cura delle loro particolarissime necessità emotive e fisiche.

Vi ho depressi troppo? No, su… non fate così, piccoli miei. Per farvi vedere che sono una Signora equa darò una bastonatina anche alle donne.
Voi, signorinette, cercate di non essere così volubili. Mettete un po’ più di intelligenza nella scelta delle persone con cui giocate, e vedrete che non sarà il caso di ridursi a riempire le proprie serate con passatempi abbruttenti come la maglia o le sculture in pasta di sale. Anche perché se fate troppo le ritrose poi tutti i miei amichetti si sentono soli e piangono.

E figuratevi un po’ se posso essere così crudele da godere quando vedo piangere un uomo…

La prossima volta vi insegno un modo per essere un po’ meno pessimi, piccini.

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