Fotografie francesi


Quando si dice il caso! Avevo appena finito di scrivere l’ultimo blog, che ho ricevuto una mail da parte del team della Nuit Démonia, la festa fetish parigina di cui vi ho parlato proprio nei primi post. Oltre a invitarmi al prossimo evento (c’è tempo… sarà a dicembre) segnalavano finalmente la pubblicazione delle foto scattate all’ultima edizione.
Quella che vedete qui è una delle tante che mi sono state scattate. L’espressione un po’ così dipende dal fatto che avevo appena finito di correggere una mancanza di disciplina dello schiavo che mi vedete aggrappato addosso – e per questo c’è stato bisogno di una seconda lezione di buone maniere – e lo scatto è stato fatto prendendomi di sorpresa.

Se andate a questo indirizzo potete trovare diverse centinaia di altre foto scatatte durante le sfilate, gli spettacoli, la discoteca e in tanti altri momenti alle migliaia di persone che hanno partecipato. Bisogna registrarsi, ma ne vale sicuramente la pena.
Osservando le fotografie si notano subito alcune cose. La prima: che c’è un sacco di gente, e nessuno si fa il minimo problema a mostrare il proprio viso. In effetti non c’è niente di male a partecipare a certi eventi, eppure in Italia continua a esserci questa strana idea che “oddio, e se poi qualcuno mi vede?”, che popola gli incubi di tante persone con cui mi capita di parlare di questi argomenti.

Se qualcuno ti vede, caro mio, vuol dire che sta partecipando anche lui alla stessa festa, o come minimo ha sentito la necessità di passare il proprio tempo su un sito fetish – quindi avete gli stessi gusti e ha ben poco da criticare. Per fortuna un po’ alla volta questo atteggiamento si sta diffondendo anche nel nostro paese, e anche se siamo ancora molto lontani dalla libera fotografia (nei locali anzi è vietatissimo portare una macchina fotografica se non si è autorizzati) sono sempre più le persone che dichiarano apertamente i propri gusti, come si vede per esempio nella lunga pagina intitolata “Giocano con noi” sul sito di Sadistique.
La seconda cosa che noto è l’altissima qualità degli abiti. Sembrerebbe una cosa normale: se ti piace il fetish è logico che ti vesti bene… e invece no. In Italia gli appassionati che davvero investono tempo, denaro (meno di quanto ne serva per seguire le mode imposte dalla televisione e le riviste femminili) e creatività nel crearsi un look “come si deve” sono ancora pochissimi. È un po’ la solita storia di volere tutto senza dare niente… tanti pretendono che siano gli altri a impegnarsi nel creare un’atmosfera speciale, solo per potervi entrare – a rovinarla, direi – in jeans e maglietta.

Guardando le immagini delle numerose sfilate di quella serata mi viene poi in mente che per fare una sfilata servono come minimo gli stilisti e le modelle… due cose che qui da noi non esistono. Ma è mai possibile che nel Paese della Moda non ci sia una sola griffe fetish?
Certo, abbiamo Versace e Cavalli, ci sono i tacchi di Vergelio… ma quello è un approccio un po’ diverso, che oltre a rivolgersi solo alle fasce più ricche non ha nemmeno il coraggio di andare fino in fondo, usare i materiali “giusti” o la sfacciataggine che rende tanto divertenti certi look.

Gli amici che studiano meglio di me il mondo del fetish mi dicono che non ci sarebbe mercato per questo tipo di abbigliamento: gli appassionati sono pochi, non hanno voglia di spendere, le feste non ci sono… Eh già: ma allora da dove spuntano le centinaia di persone che si complimentano con me per il fatto che sono una delle rare Dominatrici italiane ad avere un guardaroba degno di tal nome? Chi sono tutti gli italiani che popolano i siti a tema, che fanno acquisti dall’estero e così via?
Sarà banale dirlo, ma è davvero un gatto che si morde la coda. Se nessuno fa il primo passo, il “mercato” non ci sarà mai. E dire che sarebbe così facile lanciarlo… Anzi, facciamo così: se c’è un finanziatore disposto a darmi una mano, un atelier fetish o per lo meno una boutique di questo tipo li apro volentieri io, mettendo a disposizione tutta la mia esperienza.

Sogni a parte, comunque, è proprio un po’ sconfortante vedere che nonostante alcuni encomiabili sforzi l’Italia è ancora così indietro per quanto riguarda gli erotismi alternativi. Per fortuna che, quando la malinconia supera la soglia di guardia, si può sempre salire su un aereo e rifarsi gli occhi.
O per lo meno guardare un po’ di belle foto, e sognare. Magari ragionando un po’ sulle nostre mancanze…

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