Riti e prospettive

Questa promette di essere una settimana piuttosto interessante. A parte tutti i miei normali e gradevolissimi impegni, l’agenda prevede una cena con una coppia di amici (Padrone e schiava: a dimostrazione che non sono per niente “razzista” nei confronti dei ruoli BDSM) sempre prodighi di interessanti informazioni su ciò che accade internazionalmente nel mondo dell’erotismo estremo; Una festa nel weekend; Un evento a inviti selezionatissimi questo giovedì. Ed è di questo che sarà il caso di parlare.
L’organizzatore è forse l’esperto di piercing e modificazioni corporee più celebre d’Italia, che periodicamente permette ad amici e persone fortemente interessate di partecipare come osservatori alle sue “esperienze rituali”. Immagino già degli sguardi spauriti: meglio che spieghi.

Anche se lui usa il vocabolo “rito”, ciò che fa non c’entra niente con culti, religioni, satanismi o altre trappole metafisiche. Si tratta semplicemente di esperienze sensoriali studiate con molta attenzione, in cui ogni gesto e dettaglio sono stati ragionati e previsti a fondo per settimane.
Come leggerete ci sono almeno due motivi per questo. Il primo è la sicurezza delle persone coinvolte; L’altro è che facendo così la mente può concentrarsi meglio su ciò che accade, e vivere pienamente ogni sensazione ed emozione. Che poi tutto ciò abbia anche l’effetto di provocare una crescita spirituale per il mio amico è tutto un altro discorso, che riguarda esclusivamente lui e non si pretende affatto che venga compreso da altri.

Se devo essere sincera, non so affatto in cosa consisterà questa volta l’evento. Non è che sia distratta: il fatto è che non è stato comunicato e per la maggior parte dei presenti (una ventina, credo) si tratterà di una sorpresa – come è già accaduto in passato. Se tanto mi dà tanto, però, un’idea posso anche farmela.
Stiamo parlando di una persona che è da più di vent’anni in prima linea per tutto ciò che riguarda piercing, tatuaggi, marchi, modificazioni e così via. Anche se a incontrarlo la prima reazione è, francamente, di shock per il suo aspetto davvero insolito, è anche un grande conoscitore delle culture tribali di mezzo mondo e può vantare una conoscenza pratica dell’anatomia che farebbe invidia a molti medici generalisti. Senza stare a fare ipotesi su ciò che accadrà questa volta, posso per esempio dire cosa ha fatto quando ho osservato il mio primo “evento”.

Questo signore, alto, magro e molto tatuato, si è presentato in compagnia di una persona esperta quasi quanto lui in queste cose e si è fatto perforare il corpo con una serie di agocannule (sono come gli aghi delle siringhe, ma molto, molto più lunghi e spessi) che hanno aperto dei piccoli tunnel nella sua carne. In quell’occasione i fori sono stati fatti sotto e attraverso i muscoli pettorali, le spalle e la schiena all’altezza delle scapole.
Poi in questi passaggi sono stati infilati dei ganci d’acciaio non troppo differenti da quelli che i macellai impiegano per trasportare i quarti di bue – ovviamente sterili, così come ogni oggetto impiegato durante l’evento. I ganci sono stati attaccati a un paranco approntato ore prima… e lui è stato lentamente sollevato da terra, appeso solo per i ganci.

Probabilmente leggere (ma anche scrivere!) questa descrizione è molto più impressionante che veder fare tutto ciò dal vivo. Per esempio: non c’è stata nemmeno una goccia di sangue, né un segno di dolore da parte sua. La cosa ricorda molto più una performance artistica che una macelleria, e tutte le persone presenti trasmettevano una tensione positiva che riempiva l’aria – se dico che “la sala era piena d’amicizia” sembro una pessima cantautrice anni ’70, però c’è poco da fare… la sensazione era proprio quella.
Comunque: la sospensione è durata un quarto d’ora abbondante durante il quale lui è arrivato addirittura a dondolarsi quasi come se fosse stato in altalena, dopodiché è stato fatto scendere e sono stati tolti i ganci. Un po’ di disinfettante, qualche grossa compressa di garza, dei cerotti, e un’ora dopo il nostro sciamano metropolitano era già a chiacchierare con noi – scosso ma felice.

Eliminiamo subito qualche dubbio. Non era drogato, non è stato costretto da nessuno, non si trattava di un’esperienza specificamente erotica, non ha nessun potere paranormale, e ovviamente quei piercing fanno male, ma se fatti nel modo giusto sono assolutamente innocui. Ma allora perché fa queste cose?
Il vero punto su cui ragionare è proprio questo, e assomiglia un po’ a una delle tante risposte giuste alla domanda che mi fanno tante persone incuriosite dai miei giochi: “ma cosa c’è di bello nel farsi far male volontariamente”? Anche se a dire la verità la risposta completa richiederebbe molte pagine di blog, posso darvi un elemento importante.

Certe cose si fanno perché si può.
Non è una risposta che mi sono inventata io: è quella che vi darebbe qualunque membro di qualsiasi tribù della Terra, dai primi uomini preistorici a quelle poche civiltà che ancora oggi vivono in maniera semplice a contatto con la natura.

Lasciamo pure stare tutte le implicazioni mistiche. Alla fine tutto si riduce a una semplicissima osservazione: alla fine di tutta quest’ordalia, dopo che sei stato due giorni con i cerotti, togli le garze e stai esattamente come prima – niente squarci, ferite, ospedali o mutilazioni permanenti. Al massimo, se proprio un ago è stato messo male (ma di solito non succede), c’è un segnetto sulla pelle che andrà via nell’arco di qualche mese.
Non avete ancora capito? Ve lo rispiego. Vuol dire che puoi farti infilare dei ganci nella carne e volare nella maniera più impressionante e dolorosa che ci sia, eppure poi la vita continua come prima. C’è da andare al lavoro, da pagare le bollette, i parenti anziani che stanno male, la storia d’amore andata storta, il vicino di casa rompiballe e quello che appena viene verde il semaforo si attacca al clacson e lo ammazzeresti volentieri. Solo che non lo fai.

Il motivo per cui non lo fai? Perché sei passato attraverso un’esperienza così sconvolgente che tutto il resto assume una prospettiva ben diversa. È un po’ la stessa serenità che si vede in quelle persone a cui è stato diagnosticato un cancro, si sono curate e ora stanno bene: pensa te quanto gliene può fregare delle tasse o della squadra del cuore che ha perso il derby.
Naturalmente rispetto a questo tipo di brutte esperienze i ganci del mio amico hanno una importante differenza: se li sceglie lui. È lui a decidere come, dove quando e per quanto – e questa cosa gli dà ancora più sicurezza in sé stesso.

Il discorso cambia ancora per i miei giochi di dominazione. Il tipo di sensazioni che si possono provare nelle mie mani è ben difficile che raggiungano gli stessi livelli di intensità di quel genere di esperienze. Non solo sono di gran lunga più leggere (a meno che non mi chiediate di darci dentro davvero… ma comunque non lo farei a meno di conoscervi più che benissimo), ma si svolgono in un contesto sensuale ed eccitante che rende tutto molto più piacevole.
Però una cosa me la sono sentita ripetere spesso: “sa, Madame, dopo averla incontrata ho avuto una riunione con il mio superiore in ufficio: uno stronzo pazzesco. Lui parlava, e intanto io sentivo la pelle che ancora vibrava dove era stata frustata, o legata… e ho capito quanto fosse piccolo quell’ometto, e quanto sciocche tutte le cose che lo agitano tanto. Gli ho sorriso, abbiamo trovato un accordo e ho passato il resto della giornata sereno mentre lui soffriva per l’ulcera. Grazie.”

Prego, cari. Piacere mio – ve l’assicuro.

Post popolari in questo blog

Onanismo

"Clistere di piacere"

Prima volta da Mistress Ingrid a Brescia